"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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mercoledì 18 settembre 2013

Una nuvola di polvere... un grido di morte... arriva Sartana!

(1970)


Lo spaghetti-western, genere che amo e seguo da anni...


"Polvere eri e polvere tornerai..." con questa frase biblica di sicuro effetto esordisce Sartana nella pellicola, subito dopo elimina tre sceriffi corrotti che un istante prima hanno ucciso un giudice e tentato di violentare la figlia, poi si costituisce al vicino fortino-prigione dove il sadico direttore lo butta in una fossa insieme agli altri detenuti.
Tra questi c'è Grande Full, un biscazziere che si dice abbia fatto sparire cinquecentomila dollari in oro. Sartana intende farlo evadere e farsi dire dove ha nascosto il malloppo, ma non è il solo, la voce corre e sono in tanti pronti a eliminare entrambi per mettere la mani sul tesoro.




Quarto titolo con protagonista Sartana, il pistolero abile al tavolo da gioco interpretato da Gianni Garko, l'originale, in quanto ne furono prodotti diversi sull'onda del successo al botteghino, con attori differenti e scostati dal personaggio stesso, ci fu persino un "Santana" (...il chitarrista?!) ma quello vero è questo: baffoni biondi, sguardo truce e piglio ironico, sempre di nero vestito (da becchino!). 

Il primo film fu diretto da Parolini, mentre gli altri tre compreso questo da Giuliano Carnimeo (che si firma Anthony Ascott), regista e poi produttore tra quelli più interessanti del sottobosco di genere nostrano, in quanto come tanti suoi colleghi del periodo percorse i vari filoni, dal western all'horror, indovinando attori capaci e sceneggiature sopra la media e questa "buona stella" è confermata anche in questo spaghetti-western: sceneggiatura piuttosto originale di Tito Carpi, Ernesto Gastaldi (uno specialista di western e non solo) e tale Eduardo Manzanos Brochero (che firma anche il soggetto oltre a essere co-produttore insieme al compianto Luciano Martino, scomparso di recente). attori capaci dal protagonista Gianni Garko al restante cast e il tocco di originalità rappresentato dalla trama gialla, una sorta di indagine condotta da Sartana dove ognuno racconta la propria versione dei fatti e c'è un piccolo rebus rappresentato dalle "tre carte" sul dove sono nascosti i soldi; insomma una spanna sopra tanti spaghetti western del periodo senza spina dorsale, fatti con lo stampino: tra sparatorie insensate senza una goccia di sangue (per motivi di censura), sganassoni fintissimi e una pila di noia.



Inoltre ci sono delle trovate decisamente sopra le righe che farebbero ghignare di piacere il buon Quentin Tarantino, amante del genere, come l'organo a canne che si rivelerà una sinfonia mortale per lo squadrone dei desperados del "generale" Monk e il bizzarro mini-totem meccanico di nome Alfie che Sartana userà per stanare i nemici dentro una caverna...