
Non ricordo chi ha detto che il mestiere dello scrittore è l'uno per cento ispirazione e il restante novantanove traspirazione, sudore... sarà forse dovuto al caldo di questi giorni? Per fortuna vivo quasi in campagna, è ventilato e si ossigena meglio anche il cervello!!
Scherzi a parte, non sono mai stato d'accordo con suddetta "massima", credo che concordano tanti fattori per decretarne la fortuna, uno tra questi è senz'altro la costanza, difficile da perseguire per chi della creatività e della fantasia fa una ragione di vita, è quella che metto anche a luglio quando si va in vacanza, chi può, e si "stacca" con tutto, continuando ad aggiornare il sito, a essere presente qui, a fare progetti, incontrare amici come il giovan

“Ogni testa ha il suo cappello, basta trovarlo!”
Era entrata in quel bugigattolo stregata dalla vetrina: baschi, bombette nere e cilindri da cerimonia calzavano teste di polistirolo espanso disposte faccia a faccia, mute e inespressive, prive d'occhi, come in una piazza di De Chirico. Inquietanti nella loro sordità lunare.
Il giorno dopo era tornata per cambiarlo perché non la convinceva, ma era scomparso.
Il negozio con l'unica vetrina tra un ristorante cinese e l'agenzia immobiliare non c'era più, svanito.
Possibile avesse sbagliato strada? Le parallele del centro si somigliano tutte con i loro palazzi antichi e d'altronde c'era capitata per caso senza conoscere l'indirizzo, eppure...
Rifece il percorso a ritroso, ma niente. L'indomani chiese al cinese e all'agente incravattato: mai sentito, mai visto nessun cappellaio. Poi svoltò l'angolo.
Impossibile. La vetrina polverosa era tra una pizzeria al taglio e una ferramenta. L'altro ieri c'era la lavanderia a gettoni.
Entrò decisa. Lui, inconfondibile, stava dietro al banco, nascosto dalla tenda. Notò una pergamena incorniciata riportante una data: 1790.
“Non trova la sua misura signorina?” - la voce non veniva dall'uomo ma dalle teste colorate senza busto tutt'intorno, dallo scaffale colmo di cappelli su misura, cuciti sui crani vuoti. Corse fuori senza voltarsi, lasciando cadere la scatola.
Accantonò definitivamente l'ipotesi di tornare. Quella sera avrebbe chiesto consiglio all'amica durante un aperitivo in centro al “La Guillotine”.*

Gli amici erano già arrivati. Il guardaroba era pieno.
Percorse un tunnel buio fino al salone tra risa, tonfi e una marcia trionfale.
Oltre il sipario una figura gobba si indaffarava al bancone: “Ogni testa ha il suo cappello, basta non perderla!” - metri di stola e feltro scivolavano sugli scalpi degli sventurati decapitati.
FINE.
* in francese, “La Ghigliottina”.