"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Appello ai naviganti!
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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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domenica 24 luglio 2011

Non solo Medioevo: Volpiano tra draghi e pigne



Continua il mio reportage alla (ri)scoperta di quello che è tutti i giorni sotto il naso e proprio per questo non si nota o non si crede degno di importanza, tutt'altro invece.
Dopo la salita ai Bastioni del Castello in quel di giugno durante la manifestazione "Volpiano a Porte Aperte" ho scattato altre foto su "soggetti immobili" che raccontano una storia lontana quanto affascinante.



Perché a Volpiano non ci sono solo i resti del Castello, il Medioevo è vivo e integro in altre parti dell'abitato cittadino, in centro naturalmente, dove esistono tratti di mura del XV secolo ben conservate e inglobate nelle abitazioni come cinta perimetrali lungo la strada o nei vicoli. Di più, esiste un'intera casa che risale a quei secoli di cavalieri e assedi, sorge guarda caso ai piedi dell'altura del Castello, è tuttora abitata, miracolosamente sopravvissuta a demolizioni e ricostruzioni varie dell'edilizia selvaggia, come testimonia il cartello marrone sulla destra è oggetto di interesse storico-turistico.






Nella foto si nota la pittoresca cancellata, il muro antico di pietre e mattoni e l'edera che incornicia il tutto.
E proprio la cancellata fornisce un curioso particolare: la maniglia - una sola tra l'altro - è sagomata a mo' di drago serpentiforme, guardate la testa, ingranditela, non è fantastica?:-)






Dettagli del genere in ferro battuto e mascheroni diabolici sono frequenti nel centro di Torino, capolavori del liberty e non solo, ma in un paese è forse l'unica testimonianza rimasta di un'arte e di un'abilità artigiana d'altri tempi, chissà chi era il fabbro che l'ha forgiato, se ne ha fatti altri simili e dove si trovano...



Un altro simbolo misterioso ma di natura diversa è quello che spesso ho notato sormontare i piloni dei cancelli delle ville costruite un po' di anni fa: la pigna.
Ci avete mai fatto caso? A Volpiano sono numerose, tutte simili: stilizzate, di cemento, gesso o terracotta, come quella che vedete nella foto che appartiene al cancello dell'area della collina del Castello.





Mi sono chiesto il perché di questa usanza, cosa significasse, perché una pigna e non una mela o un cocomero?!


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Così ho fatto una ricerca e in breve sono giunto a un esauriente articolo che sviscera il significato di questo simbolo e se ne scopre di belle, la fonte è
http://www.thereef.it/craft/streghe/simboli/pigna.htm che vi consiglio di leggere perché meritevole, mentre qui sotto riporto alcuni passi, quelli più attinenti e curiosi:

"La Pigna è un simbolo che ripercorre molto spesso l'architettura romana e che è rimasto infiltrato anche nel simbolismo cattolico. Il significato più chiaro che possiamo trovare è quello che la associa allo "0", quindi all'uovo cosmico, alla nascita, al principio; vedasi ovviamente il simbolismo riferito ad Eostre, al coniglio e alla tradizione greco-romana di regalare uova colorate.
In questo caso quindi il significato della pigna è legato all'eternità e all'immortalità. L'abete infatti (il tipo di pigna rappresentata è quella più snella e appuntita che viene prodotta da questo albero) è un sempreverde, ossia un tipo di conifera che non perde le foglie e non ingiallisce nel corso dell'anno.L'altro significato che troviamo è quello della fertilità, essendo colma di semi e anche per la sua stessa, peculiare forma ovoidale. Nei tempi antichi ovviamente abbondanza e fertilità erano le cose che si auguravano sempre (lo si fa ancora adesso, ma lo si fa senza pensarci nemmeno). La pigna era quindi simbolo delle divinità della terra, dei monti, degli alberi che permettevano la vita. Non per niente si trovano le pigne nei vecchi letti in ferro battuto, o in alcuni soprammobili in ceramica, soprattutto nel sud Italia. Servivano per augurare un matrimonio con figli sani e far sì che la camera da letto divenisse un luogo sacro e fertile.
Così come l'uovo è anche simbolo dell'anima, è facile trovare la pigna nei vecchi cimiteri, o sui cancelli di ingresso delle ville patrizie. E a questo proposito potrebbe rappresentare il nous, il terzo occhio, e in cima al bastone stesso essere così la spina dorsale umana sulla cui cima sorge la ghiandola pineale, la quale si credeva fosse la sede stessa dell'anima. La tradizione agreste vuole che sia di buon auspicio regalare delle pigne legate assieme da appendere sopra la porta di casa (anche i miei genitori ce l'hanno ancora.. e manco sanno come mai) affinché possano portare del bene alla famiglia che la abita."



Io ho imparato qualcosa, e Voi lo sapevate?

martedì 12 luglio 2011

"In difesa del cinema italiano che spacca"!



Da sempre questo è il motto del programma più (Stra)cult della televisione, e in qualità di appassionato di cinema di genere, non potevo dimenticare di segnalare il consueto ritorno estivo, quando fuori friniscono le cicale, il ventilatore non basta più e l'afa opprime, arriva l'appuntamento notturno più atteso, un'ora e mezza zeppa di interviste, filmati, trailer, dietro le quinte del cinema popolare che ha fatto epoca raccontato dai suoi protagonisti, torna su Raidue il lunedì dalle 23.45 alle 1.15








Ideato da Marco Giusti e condotto dalla saletta cinematografica da G.Max la prima puntata - almeno, a me è parsa la prima se non me ne sono persa una per strada! - si è aperta con Carlo Verdone che racconta i suoi "Viaggi di nozze", per i clip musicali Ilona Staller canta "Buone vacanze" seguita dalla bomba sexy Carmen Russo in "Stiamo insieme stasera", segue l'intervista carriera a Plinio Fernando - chi è? Niente meno che l'interprete della mitica Mariangela, la figlia di Fantozzi! - oggi si dedica alla scultura, poi Max Casacci dei Subsonica racconta l'influenza del cinema nella loro musica e nei videoclip, Luigi Cozzi dal suo negozio Profondo Rosso e la fantascienza all'amatriciana di "Star Crash" con la bellissima Caroline Munro che ripercorre la sua carriera e in chiusura non possono mancare gli "XXX files" dedicati al cinema porno che fu!






Non vi basta?!?
E' solo la prima puntata, e se siete in astinenza fino al prossimo lunedì, non disperate: da due mesi a questa parte la stessa rete trasmette il sabato notte le repliche delle passate stagioni di Stracult, l'unico programma che non invecchia ma stagiona!

lunedì 4 luglio 2011

L'Ombra del Diavolo

Neanche a farlo apposta, lo dicevo la settimana scorsa che l'estate televisiva oltre alle solite repliche e amenità nasconde qualche sorpresa, qualche esperimento che i "cervelloni" a capo delle reti giudicano troppo rischioso trasmettere in alta stagione di ascolti - sia mai che funziona più del Grande Porcello o dell'isola dei non famosi? - uno di questi è senza dubbio "L'ombra del diavolo" (attenti se lo cercate in rete perché c'è un film americano di qualche anno fa molto più famoso tradotto in italiano con lo stesso titolo).







Pubblicizzata solo su Rete4, dalla quale è anche prodotta, è stata ivi trasmessa il 30 giugno in prima visione - già questo basterebbe a incuriosire - è una docu-fiction, formula poco usata da noi che unisce il documentario raccontato attraverso la storia di tre personaggi di finzione, la fiction appunto, che sono nella fattispecie Sebastian (Cesare Bocci) misterioso bibliotecario e investigatore aiutato da Filippo (Antonello Fassari) ex detenuto da lui riabilitato come aiutante e la giovane hacker Federica (Claudia Zanella).


Se il titolo potrebbe attirare alcuni spettatori e allontanarne altri sulla carta, è il sottotitolo la chiave di lettura e il fil rouge del film tv: "storie tra bene e male", infatti le due storie separatamente trattate vedono la lotta tra il bene e il male, e aggiungerei, nello specifico la lotta tra la fede (religiosa) e il male come follia umana (il diavolo, con la d minuscola).


La prima storia riguarda un fatto avvenuto nel 1978 - di cui confesso ignoravo l'esistenza - il suicidio (imposto) di massa di oltre 900 persone in una comunità in Guyana, ma cittadini americani in quanto la congregazione era nata in California, dovuto alla follia di Jim Jones un predicatore che aveva fondato la sua terra promessa "Jonestown" in mezzo alla giungla. La seconda storia è certo più nota e molto meno nera, riguarda Suor Lucia Dos Santos, una dei tre bambini che videro apparire la Madonna in quel di Fatima nel lontano 1917, a seguito di questo si fece suora di clausura nel convento di Coimbra, sempre in Portogallo. Si ripercorre la sua vita e s'indaga sui famosi tre segreti che la Vergine rivelò ai pastorelli, l'ultimo dei quali sembra aver ancora qualcosa da dire.





Cominciamo dagli aspetti positivi di questo progetto televisivo: l'ambientazione prima di tutto, una location bella e pronta mai più azzeccata, è la Biblioteca Casanatense di Roma, con i suoi infiniti scaffali di libri antichi, corridoi e quell'aspetto misterioso e magico che solo certi luoghi del passato hanno e una buona fotografia sanno risaltare davanti allo schermo, Cesare Bocci è bravo nella parte del "padrone di casa" e anche l'idea di raccontare storie "tra bene e male" esclude i soliti UFO, tanto per dire uno degli argomenti misteriosi abusati da questo tipo di programma.



Quello che invece non mi piace è la parte peggiore delle fiction in generale, ovvero la forzata presenza della storia sentimentale che deve nascere stavolta tra Filippo e Federica, l'ex detenuto e la giovane esperta di computer solitaria e sulla difensiva, i soliti stereotipi da telenovela che nulla c'entrano col resto. Vorrei invece un maggior contributo di filmati originali, documenti a sostegno delle ipotesi, e magari inviare sui luoghi dei fatti proprio i due, anche se il girato tutto in interni tra scaffali e mogano fa atmosfera.





Chissà se qualcuno dello staff della trasmissione finirà per leggere questo articolo dato che in rete non ne ho visti molti dedicati, e nessuno con un minimo di critica ragionata post-visione, se lo faranno spero prendano in considerazione quanto ho scritto in tutta onestà e passione per eventuali prossime puntate e temi da affrontare: in quel caso io sarò tra gli spettatori, ovviamente il sottoscritto predilige i temi più neri, quelli più bui e magari meno noti al grande pubblico avrebbero un motivo in più per essere raccontati.



Insomma giudizio sospeso ma incoraggiante, in attesa di vedere ulteriori sviluppi, ammesso che ci saranno.