"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Appello ai naviganti!
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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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martedì 1 aprile 2014

Fuori i nomi: il cast ufficiale di "Deep Shock"!


"Il suo peggior incubo é diventato realtá" 

 "Il Giallo Italiano é pronto per fare il suo ritorno!" 

(frasi di lancio)



Per chi segue questo blog il nome di Davide Melini non è nuovo, infatti ho dato spesso notizia dei suoi interessanti progetti e non manco di continuare a farlo in occasione dell'inizio riprese del suo ultimo lavoro, infatti se il suo nome è forse più noto all'estero, egli vive e gira in quel di Spagna, nell'ambiente horror indipendente è affermato e conosciuto tanto da aver messo insieme un cast di nomi importanti conosciuti al pubblico iberico per serie tv di successo: Lucia Guerrero (“Luna, el misterio de Calenda”, nella foto), Francesc Pagès ("Darkness" di Jaume Balaguerò), Paco Roma (“Las hijas de Danao”), Estela Fernàndez (“Amar en tiempos revueltos” ), Erica Prior ("Los hombres de Paco") e Francisco Vidal (foto) noto al pubblico per il ruolo ne "Il labirinto del Fauno” di Guillermo Del Toro che con la partecipazione a questa pellicola taglia il traguardo dei cento film nel suo curriculum!



Deep Shock” è un omaggio al genere cinematografico italiano conosciuto come “giallo” o "thrilling" che festeggia cinquant'anni nel 2014, il titolo infatti è un puzzle di due celebri pellicole di questo filone di altrettanti Maestri indiscussi:: "Deep Red" (cioè Profondo Rosso) di Dario Argento e "Shock" di Mario Bava.

La trama: "Sarah non riesce a superare del tutto le morti di suo nonno e di sua sorella maggiore. Il trauma e l’insonnia la porteranno a fare un viaggio strano, pieno di apparizioni e di omicidi causati apparentemente dalla sua mente..."



Il film sará prodotto da Fabel Aguilera e Davide Melini e girato quest'anno nei pressi di Malaga (Spagna) e vede nel cast di tecnici e collaboratori:: Paula Khan (Direttrice di Produzione), Francesco De Luca (Direttore della Fotografia), Rubén FX ed Elisa Rengel (Effetti Speciali), Giulio De Gaetano (Musica), Christian Valente (Sound Designer), Rafa Fields (Graphic Designer), Martín Crespo (Montatore) e Ángel Ariza (3D Artist).

Non ci resta che attendere ulteriori sviluppi, nel frattempo per restare aggiornati c'è la pagina ufficiale:

https://www.facebook.com/#!/DeepShockDavideMelini

domenica 29 dicembre 2013

Non sono morto, anzi!



Carissimi che seguite questo blog,


pochi ma buoni, buonissimi, è oltre un mese che non aggiorno il "diario di bordo", mancanza che va contro i miei buoni propositi e me ne dispiace, torno con una notizia che mi riguarda da vicino - l'ennesima! - trattasi di una vittoria che non posso non condividere qui, con Voi, e lasciarne traccia perché davvero inaspettata.

Raramente partecipo a concorsi perché consapevole che il mio stile poco convenzionale e poco narrativo non mi ha mai portato grandi consensi in questo genere di competizioni, tuttavia poco prima di Natale mi sono lasciato sedurre dal concorso letterario più diabolico della rete, "Anticristo", indetto dal portale www.darkveins.com   concorso storico, perché la prima edizione risale a ben dieci anni fa, quando lo stesso portale si chiamava "ilcancello.com".




Per farla breve, ero e sono soddisfatto della riuscita del mio racconto intitolato "L'Avvento", ma mai pensavo che su quarantadue partecipanti di tagliare il traguardo al secondo posto!

Il premio è la pubblicazione nell'e-book insieme agli altri due finalisti e una copia del romanzo "Messa di mezzanotte" di F.Paul Wilson, ma il regalo più grande è l'entusiasmo che mi ha infuso, la sorpresa e la voglia di tornare al mio primo e unico amore, il racconto fantastico che ho sacrificato negli ultimi tempi per la saggistica (vedi ultimo volume di cinema), tanto più che la giuria era composta da addetti ai lavori: amministratori di portali horror-web, scrittori, editori, persino un noto regista-cantautore italico... 

(la giuria: Antony Coia, Barbara Torretti, Alessandro Balestra, Gordiano Lupi, Giorgio Riccardi, Alda Teodorani, Alessio Valsecchi e Federico Zampaglione)
http://www.darkveins.com/notizie-horror/10401-anticristo-2013-autori-e-racconti-vincitori.html

Che dire, il migliore modo di finire e cominciare il Nuovo Anno.

Auguri a Voi, a Noi.

Arrivederci qui, dal Vostro Abitatore del Buio!



venerdì 8 novembre 2013

Bruno Mattei, l'ultimo Artigiano


Finalmente disponibile, la prima e unica biografia dedicata a un grande artigiano del nostro cinema di genere, pubblicata da Edizioni Il Foglio Letterario di Piombino, distribuita e richiedibile in tutte le librerie.


www.ilfoglioletterario.it

per contatti, copia per giornalisti: ilfoglio@infol.it



La quarta di copertina:

Bruno Mattei è stato per anni l’ultimo artigiano, un sopravvissuto, un regista che è andato oltre la crisi del cinema di genere. Mattei non si cura della scomparsa delle sale di terza visione, supera la fine delle salette a luci rosse, evita la televisione e continua a fare il cinema di genere che ama. Usa il digitale e i nuovi ritrovati della tecnica, produce film d’azione, cannibalici, horror, tonaca movie, women in prison. Merita di essere ricordato, pure se molti dei suoi film non sono capolavori: spesso tirati via, sceneggiati con disinvoltura, montati con lentezza, girati in pochi giorni e con mezzi insufficienti. È insopportabile che un regista come Mattei non venga nominato in nessuna enciclopedia cinematografica e che i più importanti dizionari (Mereghetti, Morandini e Farinotti) non prestino alcuna attenzione ai suoi film, omettendoli sistematicamente. Bruno Mattei è molto attivo nei generi nazi erotico (Casa privata per SS – 1977, K.Z 9 lager di sterminio – 1977), mondo movie (Le notti porno nel mondo – 1977), erotico (Emanuelle e le porno notti – 1978, Cuginetta… amore mio! – 1976, Cicciolina, amore mio! – 1979, Sexual aberration - 1979), tonaca movie (La vera storia della monaca di Monza – 1980), women in prison (Violenza in un carcere femminile – 1982, Anime perse - 2006), peplum (I sette magnifici gladiatori – 1983) e avventuroso d’imitazione (Strike Commando – 1987, Terminator II - 1990). Non poteva mancare l’horror, che Mattei frequenta sin dal 1980, soprattutto nel sottogenere zombi e cannibale. Mattei collabora a lungo con Claudio Fragasso, sia come sceneggiatore che come regista, e insieme portano a termine Zombi 3 di Lucio Fulci. Il regista resta inattivo per un certo periodo, a causa della progressiva scomparsa del cinema di genere italiano, ma nel 2001 riprende di buona lena e con grande entusiasmo a girare film a basso costo, dedicandosi al suo vecchio amore, producendo erotici patinati, avventurosi, thriller e horror-splatter. Molti di questi film vengono girati nelle Filippine e sono prodotti da Gianni Paolucci (La Perla Nera). Tutti i suoi film girati per destinazione non cinematografica, ma diretti al mercato home video (direct to video) sono pubblicati in dvd, tranne Anime perse, L’isola dei morti viventi e Zombi: la creazione, al momento inediti in Italia. Anime perse è reperibile in versione inglese con sottotitoli in spagnolo, ed è proprio quella l’edizione analizzata per questa trattazione. Bruno Mattei muore nel 2007, all’età di 76 anni. Pochi mesi prima aveva diretto il suo ultimo film di zombi, sceneggiato dall’amico Antonio Tentori.

Il sottoscritto figura tra i collaboratori.



domenica 13 ottobre 2013

Madre, padre e figlia



Il padre è lui, Dario Argento, artistico della madre, la "terza", ma anche (ex) di Daria Nicolodi madre di Asia sua figlia... insomma questo ingarbugliato gioco di parole per introdurre un vecchio articolo, che riporto integralmente come mia abitudine, ritrovato tempo addietro mentre riordinavo, niente di eclatante, si tratta di un trafiletto classico da pagina degli spettacoli senza troppe pretese, ma contiene qualche curiosità, è tratto da "Leggo" quotidiano gratuito di martedì 23 ottobre 2007, porta la firma di Ilaria Ravarino, ovviamente non lo trovate in rete in nessun archivio ufficiale o ufficioso.




Festa del cinema di Roma. Evento speciale per "La terza madre", il nuovo film di Dario e Asia

Profondo nero: ecco Argento

Roma - Giochi di luce tra nuvole di fumo e vapori, una colonna sonora da brivido, un corteo di streghe ed un tappeto scuro come la notte: la famiglia Argento sbarca a Roma in grande stile e tinge il festival di nero, sull'onda del trend gotico lanciato da Tim Burton a Venezia.
Ma se il lato oscuro della Mostra di Venezia aveva il volto allucinato di Johnny Depp, quello della festa di Roma ha il volto, il corpo e l'ambiguo fascino della turbolenta figlia d'arte Asia Argento: in Italia per promuovere La terza madre, capitolo conclusivo di una trilogia horror iniziata nel 1977 con Suspiria, Asia si mostrerà al pubblico romano solo dopo il tramonto, scortata dal padre Dario e dalla madre Daria Nicolodi. Col calare delle tenebre la famiglia Argento darà il via a una lunga maratona horror, aperta da un concerto-evento in cui verranno suonate dal vivo tutte le musiche dei film di Dario: a seguire proiezione di Suspiria, Inferno e dell'attesissimo La terza madre. Per Dario Argento, che non collabora con la figlia Asia dai tempi de Il fantasma dell'Opera e con la Nicolodi dal 1987, «è il film più duro della trilogia, il più sanguinoso che ho mai girato. Ha le stesse atmosfere dei miei film anni '70»: 180 effetti speciali di tipo visivo, grandi effetti sonori, una colonna sonora che coprirà almeno tre quarti della pellicola e una quantità di sangue tale da procurare al film non pochi problemi con la censura.
Nel cast anche la modella Moran Atias, nel ruolo della perfida strega contro cui si batterà Asia, alla sua quarta collaborazione con il padre: in una parte che si preannuncia molto "calda", la Atias sarà svestita per la maggior parte del film. (ass)




mercoledì 18 settembre 2013

Una nuvola di polvere... un grido di morte... arriva Sartana!

(1970)


Lo spaghetti-western, genere che amo e seguo da anni...


"Polvere eri e polvere tornerai..." con questa frase biblica di sicuro effetto esordisce Sartana nella pellicola, subito dopo elimina tre sceriffi corrotti che un istante prima hanno ucciso un giudice e tentato di violentare la figlia, poi si costituisce al vicino fortino-prigione dove il sadico direttore lo butta in una fossa insieme agli altri detenuti.
Tra questi c'è Grande Full, un biscazziere che si dice abbia fatto sparire cinquecentomila dollari in oro. Sartana intende farlo evadere e farsi dire dove ha nascosto il malloppo, ma non è il solo, la voce corre e sono in tanti pronti a eliminare entrambi per mettere la mani sul tesoro.




Quarto titolo con protagonista Sartana, il pistolero abile al tavolo da gioco interpretato da Gianni Garko, l'originale, in quanto ne furono prodotti diversi sull'onda del successo al botteghino, con attori differenti e scostati dal personaggio stesso, ci fu persino un "Santana" (...il chitarrista?!) ma quello vero è questo: baffoni biondi, sguardo truce e piglio ironico, sempre di nero vestito (da becchino!). 

Il primo film fu diretto da Parolini, mentre gli altri tre compreso questo da Giuliano Carnimeo (che si firma Anthony Ascott), regista e poi produttore tra quelli più interessanti del sottobosco di genere nostrano, in quanto come tanti suoi colleghi del periodo percorse i vari filoni, dal western all'horror, indovinando attori capaci e sceneggiature sopra la media e questa "buona stella" è confermata anche in questo spaghetti-western: sceneggiatura piuttosto originale di Tito Carpi, Ernesto Gastaldi (uno specialista di western e non solo) e tale Eduardo Manzanos Brochero (che firma anche il soggetto oltre a essere co-produttore insieme al compianto Luciano Martino, scomparso di recente). attori capaci dal protagonista Gianni Garko al restante cast e il tocco di originalità rappresentato dalla trama gialla, una sorta di indagine condotta da Sartana dove ognuno racconta la propria versione dei fatti e c'è un piccolo rebus rappresentato dalle "tre carte" sul dove sono nascosti i soldi; insomma una spanna sopra tanti spaghetti western del periodo senza spina dorsale, fatti con lo stampino: tra sparatorie insensate senza una goccia di sangue (per motivi di censura), sganassoni fintissimi e una pila di noia.



Inoltre ci sono delle trovate decisamente sopra le righe che farebbero ghignare di piacere il buon Quentin Tarantino, amante del genere, come l'organo a canne che si rivelerà una sinfonia mortale per lo squadrone dei desperados del "generale" Monk e il bizzarro mini-totem meccanico di nome Alfie che Sartana userà per stanare i nemici dentro una caverna...




sabato 24 agosto 2013

Starcrash


Scontri stellari oltre la terza dimensione
(1978)


C'era una volta in una galassia tanto lontana il crudele Conte Zarth Arn che voleva usurpare il trono del mite e saggio Imperatore il quale incaricò l'unica speranza di salvezza che poteva liberarlo dalla minaccia cioé l'eroina avventuriera Stella Star che accettò la missione aiutata dall'inseparabile robot tuttofare Elle, si scontrarono così con terribili avversari di ogni dove... mmm, vi ricorda qualcosa!?




Titolo cult dell'ultimo decennio fertile per il cinema di genere nostrano, nonché una quasi eccezione nel panorama perché trattasi di pellicola di fantascienza, nicchia nella nicchia per via di scenografie ed effetti speciali solitamente richiede budget corposi che i produttori italici non vogliono sborsare, e invece... questo film di Lewis Coates, al secolo Luigi Cozzi, che firma anche soggetto e sceneggiatura, ebbe successo, soprattutto all'estero in Francia e Stati Uniti, sull'onda di Star Wars, tanto che ne fecero un seguito, ma parliamo del primo capitolo.

Inizio col dire che più che a "Star Wars" somiglia a "Flash Gordon" - o a "Balle spaziali"!? - per costumi e scenari,  i personaggi sono tagliati con l'accetta come si suol dire e la sceneggiatura poco più di una serie di sequenze di azione qua e là a spasso nella galassia e su pianeti improbabili, i dialoghi minimal da far invidia a un fumetto nonostante il cast sia internazionale e di tutto rispetto come poche volte si è visto in film cosiddetti "di genere": Marjoe Gortner, Christopher Plummer, David Hasselhoff (proprio lui la futura star di "Supercar"!), Rober Tessier, Joe Spinell, la sexy insegnante di tante commedie Nadia Cassini stavola "Regina delle Amazzoni" un gruppo di guerriere con un certo appeal, Judd Hamilton, Dirce Funari e lei, la favolosa e conturbante Caroline Munro, la cui sola presenza nel film per il 90% con uno slip che ricorda quello del cartone animato "He-Man", vale la visione!!



Lei, ex Bond-girl è un'attrice già nota per le pellicole Hammer con Dracula-Lee e altre ne seguiranno nel filone horror, tanto che tuttoggi ha un nutrito stuolo di fans grazie alla procace presenza in queste pellicole cult, e come dargli torto, basta guardare le foto, solo un assaggio di quelle che compaiono cercando con un noto motore di ricerca!



Perché vedere questo "Scontri stellari oltre la terza dimensione"? 

Il titolo la dice già lunga sullo spirito nerd della pellicola, dove astronavi viaggiano in una galassia fatta di pianeti accesi come lampadine gialle, rosse e verdi, si combattono con raggi laser ed esplosioni fracassanti (e fracassone), è un omaggio ai primi film di fantascienza italiani girati un decennio e oltre prima da Antonio Margheriti ma anche da Mario Bava, gli effetti speciali e l'animazione dei robot sono artigianali come allora, sono modellini, mossi e creati dalla bravura e dalla passione di Germano Natali, Armando Valcauda e Matteo Verzini, d'altronde la computer grafica era lontana dal venire... e così anche gli ambienti, le armi, i costumi sono pittoreschi e inverosimili ma fanno sognare, ci permettono di vivere quelle avventure ingenue immaginate da bambini, quelli di ieri nati prima dello sbarco sulla Luna, oggi adulti, quelli che non c'erano e sono stati raggiunti dalla fama di questo - e altri - film: visto con l'occhio giusto che lo contestualizza nel tempo e nello SPAZIO, è un sano divertimento per tutti: 


Se ti piace, guarda anche "L'Umanoide" (Italia, 1979) di Aldo Lado che vede la collaborazione di Antonio Margheriti direttore degli effetti speciali realizzati dallo stesso Valcauda, Enzo G.Castellari alla seconda unità, musiche di Ennio Morricone... 




martedì 18 giugno 2013

Luce colante di (Mario) Bava


"Bava è uno dei grandi cineasti nascosti della storia del cinema italiano, è un'indicazione di cinema futuro che ha lasciato già le sue tracce... 

Il cinema di Bava come sbavatura, esplicitazione di un cinema che non è stato perché non poteva essere..."


Questo l'efficace titolo e soprattutto parte dell'introduzione di Enrico Ghezzi alla nottata dedicata al grande regista ligure trasmessa il 13 maggio scorso durante la trasmissione cinefila per eccellenza, Fuoriorario, e non è la prima occasione, ma questa volta c'era una pellicola che aspettavo di vedere da un po' essendo l'ultima che mi mancava per completare la filmografia del Maestro.



Due film assai diversi quelli scelti, come d'altronde tutti i fondamentali registi che hanno lasciato il segno Bava ha frequentato i generi più disparati facendoli suoi e reinventandoli anticipando i tempi, il primo è "Gli orrori del castello di Norimberga" (1972, Baron Blood) un esemplare gotico con tutti gli ambienti e le situazioni tipiche - castello e segrete in primis - ma modernizzato, in piena era "giallo argento" sceglie una chiave quasi pop nell'estetica - iconografico l'omicidio davanti al distributore automatico di note bevande caramellose; lo stesso barone sanguinario poi sembra aver figliato nello storia del cinema horror, basti guardare il "Darkman" (1990) di Sam Raimi, il dottore sfigurato dalle fiamme - come il Barone! - gli somiglia parecchio...



Il secondo film è "Quante volte... quella notte" (1969) con la bella Daniela Giordano e Bret Halsey (proprio quello di "Quando Alice ruppe lo specchio" di fulciana memoria) è una commedia ironica sui "punti di vista" di una vicenda svolta nell'arco di una notte raccontata dagli stessi protagonisti a modo loro, figlia di quegli anni di ritrovata libertà sessuale e dei costumi, i toni sono leggeri fin dai coloratissimi titoli di testa a cartoni animati.

Due pellicole diverse, e tanto, ma entrambe da vedere (e facilmente recuperabili nell'home video) testimonianza di un genio del cinema, riconosciuto tale anche dai "big" di oggi, da Tim Burton a Martin Scorsese fino al sempre citato Quentin Tarantino, non c'è nessuno che non si riempia la bocca parlando di Mario Bava!