"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Appello ai naviganti!
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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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venerdì 20 gennaio 2012

Elementare mio caro Watson, anzi ovvio, direbbe Sherlock!

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Giovedì 5 gennaio è terminata l'interessante serie in prima visione - su Italia 1 - Sherlock, che proprio "serie" non è in quanto conta unicamente tre film veri e propri ispirati alla figura del celebre detective creato da Sir Arthur Conan Doyle, da sempre imitato e universalmente copiato, riproposto però con storie nuove e soprattutto contemporanee, il nostro infatti è un giovanotto sulla trentina, di mestiere fa "consulenze investigative", ha un cellulare con fotocamera che usa sulla scena del delitto, la connessione Internet e divide il suo appartamento al mitico 221B di Baker Street con un medico reduce dalla guerra in Afghanistan, un certo dottor Watson!

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Prima di vederlo, ero un po' scettico lo confesso, credevo fosse una specie di CSI visti i tempi, invece guardandola mi sono ricreduto in quanto l'idea dei creatori della serie Steven Moffat e Mark Gatiss, loro stessi fan del personaggio di Doyle, non ha snaturato la peculiarità del celebre investigatore londinese, anzi lo ha ben caratterizzato, la tecnologia è solo uno strumento in più nelle sue mani che non sminuisce la sua nota capacità deduttiva, così come non sono alterati i rapporti di forza con il fido Watson (Martin Freeman), che seguono la tradizione letterale di contrasto e stima, come anche il noto cinismo e la misoginia di Holmes avulso alle mode e al conformismo.
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Per fisionomia l'interprete di Sherlock, Benedict Cumberbatch mi ha ricordato subito il volto di un altro attore (confrontatelo con quello della simpatica foto tabagista!) che vestì i panni di un giovane Holmes in "Piramide di paura", pellicola di Barry Levinson del 1985, tuttora godibilissima, che visto il periodo e il grande successo strizzava l'occhio per atmosfere avventurose al primo film di Indiana Jones, "I predatori dell'Arca perduta" e guarda caso tra i produttori c'è lo stesso Spielberg; scene d'azione non mancano neanche in questa nuova serie inglese, ma senza esagerazioni hollywoodiane fracassone, piuttosto viene privilegiato lo scontro "corpo a corpo".





Uno studio in rosa, Il banchiere cieco e Il grande gioco sono i titoli dei tre film, tra fedeltà (e rimandi) agli scritti di Conan Doyle e velate citazioni cinematografiche, il tutto curato da una bella fotografia che sa rendere quel tanto che basta Londra misteriosa nella sua modernità e una regia non banale lo rendono intrigante dall'inizio alla fine, unico difetto? Il finale del terzo episodio, si conclude nel modo che farebbe saltare i nervi a qualunque fan e questo perché non è un vero finale, infatti proprio adesso stanno andando in onda i nuovi episodi alla tv inglese dove i precedenti sono stati un record di pubblico - l'hanno visto in nove milioni - mentre è stato stroncato dalla critica, nemo profeta in patria? No, soltanto i soliti parrucconi.



lunedì 2 gennaio 2012

Altro che fine del mondo, siete pronti per la quarta dimensione?!

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Confesso che avevo qualche dubbio su come iniziare l'anno nuovo del mio spazio libero internauta, quando un bel dì mentre finisco di pranzare leggo tra le anticipazioni del n.1 di telepiù: "il regista Dario Argento sta preparando una fiction esoterica in quattro puntate dal titolo La quarta dimensione. Il mistero riguarda anche la trama, della quale ancora non viene svelato nulla." Per poco il boccone non mi va di traverso!

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Scherzi a parte, resto stupito e voglio saperne assolutamente di più. Cerco in rete e apprendo solo che sarà prodotta da Solaris Media e alla cui scrittura collaboreranno oltre lo stesso Argento, Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, inoltre la messa in onda è prevista sulla rete ammiraglia, RaiUno. Incredibile!


Quello dove "toppano" molti siti specializzati nelle news tv è l'affermare che questo è il ritorno del regista sul piccolo schermo dopo 25 anni. Falso. E' molto più recente la collaborazione con mamma Rai, era solo il 2005.
Peccato che il film in questione, che doveva essere il primo di una serie che non si fece, "Ti piace Hitchcock?" andò in onda in piena estate nel 2007, dopo essere rimasto due anni nel cassetto - chissà perché - e nel frattempo essere uscito anche in dvd (che il sottoscritto ha) e quindi aver bruciato parte, o quasi in toto, la platea e l'interesse dei fan.


Non che il film in questione fosse un capolavoro, intendiamoci, ma meritava rispetto. E' un giallino torinese discreto, scritto alla vecchia maniera, ma interpretato da attori giovani - forse il punto più debole soprattutto nella recitazione - ben diretto, con qualche momento interessante (per essere una "fiction") ma che di Hitchcock cita più che altro i titoli dei film.

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Tra l'altro fu proprio RaiDue a trasmetterlo, la stessa rete che tiene nel cassetto da due anni Zodiaco 2, la seconda e attesa parte di una serie che mi era piaciuta e di cui ho parlato spesso qui, preferisce le repliche di telefilm americani, film tv tedeschi e non so cos'altro, piuttosto che una miniserie italiana, prodotta coi soldi nostri, vincitrice tra l'altro di un "premio come miglior sceneggiatura" al Festival di Roma, perché?



Auguro quindi lunga e miglior vita al progetto de La quarta dimensione, il titolo promette bene, e di vederlo in onda nei tempi previsti per le normali fiction che ammorbano la tv, almeno per una volta!
Intanto sta per arrivare
Dracula 3D al cinema (clicca per vedere l'anteprima).