"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Appello ai naviganti!
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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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lunedì 27 febbraio 2012

I Presagi di Lamberto Bava

Inaugura la serie di pellicole di "6 passi nel giallo": una buona partenza

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Trama: Annalisa Dossi (Andrea Osvart) è una donna che vive sola con la piccola figlia gestendo un bar sull'isola di Malta. Ha un dono: quello della preveggenza. Ultimamente i suoi sogni sono popolati dalla visione di una bambina con indosso una mantellina rossa che fugge da un maniaco sotto la pioggia battente: un vero predatore della notte a caccia dell'innocenza. Si reca alla polizia per metterla al corrente e scopre che il giorno prima è stata rapita una bambina con quelle caratteristiche da lei descritte. Un'altra è scomparsa molto tempo prima e mai più ritrovata. L'unico a fidarsi di lei e a credere ai suoi "presagi" è il poliziotto Harry Chase (Craig Bierko). Il serial-killer sembra prediligere le bimbe bionde proprio come la figlia di Annalisa, Margherita...
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(Ve l'avevo annunciata ed eccovela servita, la mia filippica su codesto film... ma ve l'aspettavate?!)

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L'atteso ritorno in tv di Lamberto Bava fa da "apripista" e si guadagna una sufficienza meritata che emerge anche dalle parole del regista parlando con soddisfazione di un horror - che non è - conscio di averlo girato per un pubblico televisivo con le limitazioni del caso.
Lasciando da parte la scarsa originalità del soggetto - ma quanti lo sono davvero tra thriller e horror? - il punto di forza di questa pellicola sono proprio i presagi del titolo, ossia le "visioni" della protagonista Annalisa, con le quali comincia il film e che qua e là fanno capolino. Proprio la prima fa ben sperare i fan di un certo vecchio cinema, per come è girata da uno che conosce il mestiere come Bava figlio e ricca di suggestioni visive: sotto la pioggia battente, una bambina esce nella notte con una mantellina rossa rincorsa da un orco che cambia forma da ombra a belva scattante, è efficace senza mai mostrare nulla di violento ed è un chiaro riferimento al classico Cappuccetto Rosso.

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La seconda è più esplicita: il maniaco di argentiana memoria, tutto di nero vestito con cappellaccio e guanti neri porta in braccio la bimba-Cappuccetto Rosso tra i bagnanti di una spiaggia assolata dove nessuno sembra accorgersi di lui, dopo averla adagiata a terra scava una fossa nella sabbia... finché arriva una cieca che gli dice di sapere dove è sepolta!


Insomma i momenti fantastici sono la parte migliore e più interessante del film, il resto è una trama che corre su binari collaudati e già visti per chi mastica un po' di thriller, compreso il doppio finale.
La Osvart è senz'altro bella ma l'avrei fatta doppiare, mentre il nostro Roberto Zibetti interpreta Luke, un fidanzato violento, l'ennesimo ruolo da "cattivo" dopo aver lavorato anni fa col Maestro Dario Argento in "Nonhosonno", sarà un caso?!

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Mercoledì va in onda "Sotto protezione" con Adriano Giannini e la regia passa a Edoardo Margheriti.

domenica 19 febbraio 2012

6 passi nel giallo in tv

Ovvero quel che resta di un genere
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Chi era bambino negli Anni Novanta è cresciuto con il suo "Fantaghirò", chi ha qualche anno in più lo ricorda anche come aiuto regista di Dario Argento il quale sotto la sua ala protettrice gli produsse i due celebri "Demoni" easy horror d'azione che piacciono a Quentin Tarantino. E poi quel cognome ha il suo peso: il padre Mario è stato un Maestro del gotico, un artigiano geniale dotato di macabra ironia e rara intelligenza. Lui è Lamberto Bava e, da mercoledì 22 febbraio torna in televisione su Canale 5, dopo la parentesi non proprio idilliaca al cinema di "Ghost son", e non è da solo. Con lui c'è suo figlio Roy, spesso aiuto e regista a sua volta ("Distretto di polizia 5"), ma non basta, c'è un altro figlio d'arte, Edoardo, erede di quel grande Antonio Margheriti (meglio noto ai più come Antony Dawson) factotum del nostro cinema di genere dalla fantascienza agli action movie alla Rambo, il quale abbiamo già visto recentemente sulla rete ammiraglia mediaset dietro la macchina da presa in "La donna velata" insolita (per la tv) storia di fantasmi ambientata a Torino che strizza l'occhio nel soggetto alle pellicole del passato.



Tutti e tre insieme non si sono mai visti, e leggere solo i cognomi fa un certo effetto per un nostalgico cinefilo, stavolta si sono divisi equamente la regia di sei film del ciclo "6 passi nel giallo" genere che il terzetto conosce bene e che sembra aver trovato nella sola produzione televisiva una sorta di striminzita riserva indiana visto che gli spettatori delle sale snobbano pellicole horror o thriller nostrane, spesso a ragione purtroppo.

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Eppure le premesse sembrano davvero buone: puntate girate a Malta, in presa diretta e in inglese (quindi probabile distribuzione estera?). E soprattutto un cast ampio e internazionale come capita raramente per la cosiddetta fiction generalista: Kevin Sorbo, Craig Bierko, Veronica Lazar e Katrina Law e tra gli italiani Daniele Pecci, Adriano Giannini, Nicolas Vaporidis, Ana Caterina Morariu, Eliana Miglio, Andrea Miglio Risi, Antonio Cupo, Giorgia Surina e Jane Alexander.

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Addirittura sorprendono le parole di Edoardo Margheriti, al Festival di Roma, che parla di tinte horror!

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«Si tratta di thriller veri: molta violenza e molto sangue, tematiche abbastanza crude, un approccio diversissimo dai gialli "del condominio" che siamo abituati a vedere in tv.
Il taglio delle inquadrature, l’utilizzo dei grandangoli esagerati o delle lunghe focali con un personaggio in primo piano e un’azione sullo sfondo, tutte piccole cose che strizzano l’occhio al nostro giallo degli anni ’70-’80. In questo modo il film acquista un’impronta e un gusto diverso dalla solita fiction televisiva, avvicinandosi di più al cinema.»
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Anche Lamberto Bava sembra entusiasta:

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«Il film (si riferisce a "Presagi", nda) è un horror vero, con gli ultimi 25 minuti da fiato sospeso. Ha fatto paura anche a me.»

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Se volete conoscere i dettagli sulla trama dei singoli film vi consiglio questo
sito (clicca sopra).
Come sempre sono abituato a giudicare solo dopo aver visto e mercoledì sarò tra gli spettatori (seppur in differita, perché lo registro).




Questo il trailer, in inglese, di "Souvenir", uno dei sei film, vi pare la solita fiction?!

Speriamo non ci siano "tagli" - questi sì nocivi più di quelli da arma bianca! - da prima serata Canale 5.

Alla prossima e sani brividi a tutti!!

lunedì 6 febbraio 2012

Fantasmi gialli dalle fluttuanti chiome

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Per chi segue un genere come quello fantastico con tutte le sue sfumature, il martedì sera non dovrebbe prendere impegni di nessun... genere appunto (e poi, dove volete andare con la neve?!)

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Sintonizzatevi su Rai movie, c'è il ciclo "Horror Thai(landia)", da me ribattezzato così perché va in onda da tre settimane stesso giorno e ora, una serie di titoli abbastanza recenti di pellicole di questa nazione che sta vivendo senz'altro un "fermento creativo" nell'industria cinematografica da non sottovalutare, e non c'è bisogno di essere dei cinefili snob per guardarli: basta la curiosità e la voglia di qualcosa che solitamente il circuito televisivo ignora.
Finora sono stati programmati i seguenti: "Alone", "4bia", "Coming soon", questi i titoli internazionali per
ché per il resto i nomi e le scritte sono lasciate con i caratteri asiatici originali.

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La tematica principale di questi film sono, neanche a dirlo, i fantasmi, quelli orientali che abbiamo conosciuto con l'ondata dei vari Ring e Grudge giapponesi anni fa, seppur con qualche differenza dovuta alle tradizioni culturali e sociali differenti rispetto a quelle del Paese del Sol Levante, l'anima del defunto ritorna sempre per vendicarsi di una morte violenta o umiliante e non farà distinzioni per chi incontra sul suo cammino: il lieto fine non è previsto.
Non sono tutti dei capolavori ma nemmeno trascurabili, quello che però balza all'occhio è una valida regia e una fotografia adatta alle atmosfere per produzioni che non sono certo hollywoodiane per budget, ricordano quella parentesi fortunata per il nostro cinema di genere che furono i Settanta fino a metà Ottanta dove idee più o meno interessanti andavano di pari passo con una quantità corposa di pellicole sfornate per ogni palato.

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PS. Rivelazioni bomba!!

Poco prima di pubblicare questo aggiornamento del diario di bordo, ho fatto una ricerca mirata che pensavo non desse grandi frutti visto il breve tempo che è passato dalla notizia precedente su "La quarta dimensione", progetto televisivo targato Rai di Dario Argento, invece ho trovato tra i primi link questo dove Leonardo Fasoli uno dei collaboratori del regista romano in tal avventura, rivela la trama nei particolari! E promette bene... ora l'attesa sarà ancora più lunga.

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Dopo tale premessa vi aspetterete un racconto tratto dalle "Storie di fantasmi", ma sarebbe troppo scontato, al prevedibile c'è un limite anche per il sottoscritto e infatti quello che segue, invece farina del mio sacco, appartiene al fortunato ciclo de "Le ore piccole" storie di Altroquando che soltanto qui potete leggere (d'altronde chi le vuole?!), ed il tema è la neve!! Giuro che ho iniziato a scriverlo prima che cadesse il primo fiocco a Volpiano e per la prima volta, se la memoria non mi tradisce, c'è un "doppio finale", tutto in sole trecento parole, può bastare? Ditemelo Voi: votate, commentate... intanto buona lettura.



LA NEVE GIALLA


Non si parla d'altro. Da quando ha cominciato a nevicare, non la solita neve, questa è gialla.
Color paglierino, impossibile sbagliarsi, scienziati ed esperti dopo analisi e contro analisi hanno sentenziato: non è un riflesso né un artificio, è proprio gialla.
La cosa strana è che non si cumula come la solita neve ricoprendo ogni cosa, ma in montagnole dalla forma di covoni, come una sorta di coni gelato capovolti che trasfigurano il paesaggio in un mondo irreale giallo e bitorzoluto.
Benni è spaventato.
Si sente prigioniero al secondo piano e teme che se non avesse smesso quella cosa gialla che non si sa da dove viene, sarebbe arrivata fin su da lui intrappolandolo per sempre, prigioniero del ghiaccio, senza via d'uscita se non la... il campanello.
Sulla porta c'è Monica, la studentessa che vive nell'appartamento di fronte e ha respinto le sue goffe avance nell'ascensore.
«Sto partendo, vado dai miei. Potresti controllare se ho chiuso bene il gas?» - neanche un “per favore” ma quelle labbra e il vestito aperto nonostante il gelo fanno miracoli. Di malavoglia acconsente.
Di volata attraversa il salotto senza vederlo, entra in cucina e... si blocca. Trema ma non per il freddo. Suda ma non fa caldo.
La finestra è spalancata.
Qualcosa vola dentro nell'aria gelida agitandosi e sbattendo su mobili e piastrelle. Sembrano fiocchi di neve gialla.
Uno gli si scaglia addosso e si ritrova la camicia lacerata e la pelle del braccio imperlata di sangue. Impossibile. La neve non graffia. Poi guarda meglio.
Che stupido! Non è neve, ovvio.
Sono più spaventati loro di lui, in quegli occhietti rossi c'è il vuoto cieco del terrore. Lo fissano una dozzina allineati sul tavolo. Ritorna correndo da lei.
«E i canarini li lasci qui?»
«Quali canarini?!»


FINE.