Sovente sono come il simpatico animaletto portafortuna che "correva a cento e più", lenta ma invulnerabile nella sua corazza e dotata di una perseveranza invidiabile, perché vado a scatti nell'aggiornare questa lavagna nera che mando avanti a conduzione single, tanto che contrariamente a ogni previsione presento già il primo concetrato di... tutto quello che vi pare, suspense, atmosfera, paura, ironia, compreso il colpo di scena/coda finale; come quelle caramelle colorate che si trovano ancora nei distributori automatici girando la manopolina argentata, fuori dure di zucchero colorato, dentro gomma da masticare, i mini racconti de "Le ore piccole" sono così, e siccome li scrivo in tempo reale - non è mobilia spolverata dall'hard disk - a chissà quando il prossimo, di una lunga serie, mi auguro!
Neanche a dirlo i commenti sono decisamente graditi carissimi Voi.
Buona (e breve) lettura,
LA CABINA TELEFONICA
Notte fonda.
Elettra distesa sul divano fissa la tv. Il buio annega la stanza risparmiata solo da bagliori celesti e magenta sulle mani e sul volto cereo. Fa zapping annoiata.
Poi uno squillo, due. Scatta dritta, nervosa. Non aspetta mai chiamate a quest'ora. Il telefono insiste. Risponde agitata.
Sente rumori, ronzii. E' il tg della notte, un'altra donna è scomparsa. Nessuna voce, solo motori e vento, poi capisce e corre alla finestra. Chiamano da sotto, dalla cabina pubblica.
Scosta la tenda e guarda in strada. Piove forte, un capannello di ombrelli si è radunato intorno alla cabina. Flash.
Corre in strada così com'è in ciabatte e tuta. Non riesce a farsi largo. C'è troppa calca. Sbircia tra le teste.
Elettra distesa sul divano fissa la tv. Il buio annega la stanza risparmiata solo da bagliori celesti e magenta sulle mani e sul volto cereo. Fa zapping annoiata.
Poi uno squillo, due. Scatta dritta, nervosa. Non aspetta mai chiamate a quest'ora. Il telefono insiste. Risponde agitata.
Sente rumori, ronzii. E' il tg della notte, un'altra donna è scomparsa. Nessuna voce, solo motori e vento, poi capisce e corre alla finestra. Chiamano da sotto, dalla cabina pubblica.
Scosta la tenda e guarda in strada. Piove forte, un capannello di ombrelli si è radunato intorno alla cabina. Flash.
Corre in strada così com'è in ciabatte e tuta. Non riesce a farsi largo. C'è troppa calca. Sbircia tra le teste.
A terra c'è una donna sgozzata. Pettinatura uguale alla sua, stessa tuta, stessi occhi vitrei bagnati. È identica a lei. Scappa via urlando. La strada è viscida mentre attraversa e il tredici la travolge sbattendola di lato come una goccia di pioggia col tergicristallo.
La volante di zona sgombera i curiosi, una lastra di specchio è crollata dal soffitto della cabina telefonica ferendo di striscio un pensionato. Tanto rumore per niente.
La volante di zona sgombera i curiosi, una lastra di specchio è crollata dal soffitto della cabina telefonica ferendo di striscio un pensionato. Tanto rumore per niente.
FINE.
8 commenti:
Eccolo!!! Finalmente il primo mini racconto :-)
Sempre attentissima eh;-)
Piaciuto??
Lo sai no che ti tengo d'occhio!!!!
Sì mi è piaciuto, come sempre apprezzo le tue accurate descrizioni che sei riuscito a fare nonostante il racconto sia mini.
Grazie!
Lo scopo dei mini racconti è proprio quello di condensare mantenendo l'impronta della suspense, dell'imprevisto... almeno spero, e gli altri che ne pensano?:-)
Bello sto mini spaccato.
Me lo sono immaginato stile fumetto noir, molti neri e pochi bianchi e sangue rosso intenso, alla frank miller!!! Complimenti.
ps: grazie del commento su da me, a quando un nostro free-fumetto (horror si intende)???
Ciao Fabiano,
grazie del generoso commento!
Un nostro free fumetto?
Quando vuoi tu, io sono pronto, queste mini storie sono un banco di prova di idee, quella della "mummia" è più horror e altre ne aggiungerò...
Questa ministoria ha un sapore quasi grottesco! Umorismo noir? :)
Umorismo alla Hitchcock;-)
ciao e grazie per la visita!
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