Cari amici,
eccomi per l'appuntamento di metà - anticipato, inoltrato o sforato stavolta? - mese.
Vi abituo bene, meglio di quanto credevo all'inizio delle danze, ma ve lo meritate perché qualche giorno fa ho superato le cinquanta visite giornaliere su codesto blog, e lasciatmelo dire, non ci avrei scommesso la pensione che non avrò di raggiungere questo piccolo grande traguardo in così poco tempo e scarsa visibilità nel favoloso e spietato Far-WebSt, grazie a tutti per la tenacia nel seguirlo per le discese e le salite; se non Vi rode lasciate un commento: è gratis, è un'orma del passaggio, è un saluto e facciamo le presentazioni del caso;-)
Nella puntata precedente riflettevo sulla popolarità del giallo come genere amato dal lettore anche per la rassicurante "serialità" derivata dal solito e fidato detective, da filoni e schemi che ritornano ciclicamente.
Un altro elemento fondamentale è l'ambiente, il luogo tipico, l'aria che si respira tra un terzo grado e un morto ammazzato in biblioteca... che permette di immergersi in apnea a chi quei luoghi li vive, magari ci abita da sempre senza badarci.
Il giallo padano è tutto questo, odora di acque salmastre, di zone paludose e parchi ciclabili lungo il grande Po, la campagna e i borghi silenti sui colli non hanno niente da invidiare alla decantata brughiera inglese di Conan Doyle nebbia compresa, se aggiungete decrepiti portici bassi, le taverne alla sera, vecchi sfuggevoli e taciturni davanti un bicchiere di barbera e della polenta concia fumante... avete mezza storia scritta.
Lo pensavo qualche notte fa quando hanno trasmesso - su Raidue - la replica de "Il fiume delle nebbie" della serie tv "Nebbie e Delitti", tratta dai romanzi di Varesi, la bella fotografia dal blu predominante rende bene l'atmosfera di vicende oscure che ritornano dal passato.
La storia - leggermente autobiografica - che presento oggi è tutt'altro che gialla, è nera come gli incubi che si fanno a notte fonda, d'altronde fa parte della serie "Le ore piccole" ... buona lettura.
"3:33"
Da un mese per Sara non c'è verso di coricarsi prima. Per quanto programmi in anticipo la ritirata si dilunga sempre e quando raggiunge il letto legge sulla radiosveglia digitale la solita fatidica ora: 3:33.
La cifra verde elettrico ha molti significati matematici e non solo. La moltiplicazione dei fattori da un prodotto divisibile solo per tre che è numero primo, la somma delle cifre è nove multiplo di tre la cui radice quadrata è sempre tre. È un'ora immobile, un cancello sulla notte nera e stagnante dove la sponda dell'alba è lontana all'orizzonte.
Affiora spaesata dietro le quinte di un sipario, trasognata si fa largo tra i velluti pesanti dei tendoni, uno, due, tre, non si contano, sono infiniti prima di trovarsi in un ambiente basso e profondo dal soffitto a botte, le pareti di mattoni nudi e due lunghi tavolacci ai lati ingombri di alambicchi e pentole, pestelli e terracotte colme di spezie.
Non respira, nauseata. Le manca l'aria mentre avanza sulle gambe molli. Intorno vapori densi e grassi s'alzano dai fornelli accesi ovunque. È un bollire continuo. La condensa ricade giù dalla volta in gocce unte sulla sua testa. Trema. Si stringe sul seno la camicia da notte appiccicata alla schiena sudata.
Cerca l'uscita vacillando febbricitante. Tra gli sbuffi della cucina c'è una megera al lavoro.
Taglia e sminuzza fine. Sembrano ossa di pollo. Rimesta un intruglio e non si accorge di lei alle sue spalle. Si sporge sul fuoco e sbianca. Nella pentola bolle la sua testa sciolta con un rumore di risucchio osceno. Urla impazzita. Si strappa i capelli ma si accorge che non può perché sono bruciati nel calderone della strega che ghigna finché lei si sveglia. Nel letto. Sudata e col fiatone, il cuore in gola e il lenzuolo stretto attorno al collo, in un inverosimile cappio che non riesce a liberare, più tira e più stringe, la vista è annebbiata... sono le sei e sessantasei.
(6:66)
FINE.
8 commenti:
Spero di non svegliarmi mai alle 6 e 66!!!!!
Eh eh... sono soddisfatto di questa storiella, la ritengo riuscita nel suo intento di spaventare... o no?!
E' un omaggio alle streghe, un titolo alternativo, che svela troppo però, è "l'ora della strega".
sì questo racconto mi è piaciuto particolarmente...bravo!
Grazie mille!!
Sarebbe bello anche in versione mini-fumetto, già me lo vedo disegnato nella testa.
Un fumetto? bella idea!
Eh sì, è una delle tante idee, e se va in porto prima o poi la vedrete realizzata qua....
Cavoli sì spero che vada in porto allora son curiosa!!!
Lo spero anch'io, i fumetti mi piacciono:-)
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