"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Appello ai naviganti!
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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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domenica 30 agosto 2009

Un deserto che conosco

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Le luci bianche della notte,
sembrano accese per me…
è tutta mia la città

Tutta mia la città,
è un deserto che conosco
tutta mia la città,
questa notte un uomo piangerà......


Così cantava l'Equipe84 l'estate di tanti anni fa in un successo senza tempo, e ancora attuale benché ne dicano i media, infatti se il fenomeno "fuori tutti" - no, non è lo slogan di un centro di elettrodomestici - che vedeva svuotarsi le grandi metropoli italiane sembra acqua, anzi calura, passata così non è per i centri più piccoli, i cosiddetti paesi, dove vivo anch'io.


Infatti le due settimane centrali sembrava di trovarsi in pieno giorno in un villaggio fantasma, uno di quelli che si vedono nei vecchi spaghetti-western, quelli più cupi e gotici dai titoli altisonanti e minacciosi con le tre "B" (b.b.b.: bare, becchini e bigliettoni), spazzati da sabbia e vento - o nebbia? - dove lo straniero di turno giunge solitario nell'unica via principale strisciando gli stivali nel fango con una bara marcia al seguito, come l'eroe Django, con la differenza che la caccia è per l'unico panettiere aperto o giornalaio di turno (a proposito, avete anche Voi quello preferito dove siete certi di trovare quella collana dvd particolare o la tale rivista di cinema?)


Ora che scrivo la carestia è passata, a settembre è di nuovo ora (il 2 ricorre un certo anniversario sapete....), tutto da capo, nuove promesse fatte e ricevute, da mantenere come nuovi - o vecchi e mai conclusi - sono i progetti avviati che solo in parte taglieranno il traguardo, si ricomincia e allora niente di meglio che farlo con un nuovo inedito racconto della serie "Le ore piccole", la stagione dell'incubo riparte!



SO CHI SEI (?)


È una fissa dalla quale non riesce a liberarsi.
A quarant'anni, un lavoro rispettabile, un attico di proprietà crede ancora alle streghe di sua nonna. Fu lei a incolparle del rapimento dalla culla del fratello.
Ha ancora davanti il suo monito di ferro: “Tua madre non mi crede. È stata colpa sua. Ricorda sempre di mettere una scopa dietro l'uscio, la striga è condannata a fermarsi e contare una ad una le setole e non ti farà del male.”

Così, che si trovi in città o dorma in albergo, non dimentica mai la scopa prima di coricarsi, o al suo posto un pennello qualsiasi come quello da barba.
Al mattino scrupoloso lo controlla sperando quasi di scorgere le tracce del passaggio, del famigerato marchio diabolico, l'assenza di setole strappate rabbiosamente o una posizione differente da come l'aveva lasciato. Mai nulla. Sul volto il sollievo e una mezza delusione.
Come in quello della nuova segretaria che lo fissa e sbatte gli occhi ridendo.
Non lo molla neanche nella pausa caffè. Lo invita e lui dapprincipio nicchia. Poi si tranquillizza. In fondo ha begli occhi e un culo migliore. Vale la pena.
Escono insieme, al self-service al lavoro e nel fine settimana.
Lei è giovane, bruna, maliarda e dalle lunghe unghie. Riservata sa sempre cosa dire. È tanto che non conosce una così. L'invita a casa sua.
Cenetta casalinga: spaghetti alle vongole, macedonia e dessert. Parlano molto prima e dopo.
Lei ancheggia nella gonna aderente. I fianchi ammiccano floridi e carnali. È un richiamo. Chissà cosa indossa sotto.
“Vado a rinfrescar
mi”.
E non la vede più tornare. La porta è accostata. Non vuole, ma la spia.
Si rimira allo specchio, forse rifà il trucco. Impossibile, non com'è adesso.
Nel vetro argentato gli sorride un volto ferino, un ghigno degno di un mostruoso ritratto dell'Arcimboldo.
La scopa di saggina dietro la porta non serve più, la strega è già dentro.


FINE.

4 commenti:

Unknown ha detto...

bello il racconto....le streghe mi hanno sempre affascinato e incuriosito....

Fabio Marangoni ha detto...

Grazie, mi fa piacere che hai gradito!

Anche a me la figura fantastica della strega affascina più di altre, la storia delle setole infatti fa parte della tradizione popolare piemontese... il resto della mia fantasia!

ciao,

witchblue ha detto...

Originale favola noir, ricorda un po' quelle del nord Europa (avete presente l'Ondina? Mi pare fosse di Handersen).

Però le streghe possono essere anche amabili e simpatiche, no? ;-)

A proposito....auguroni per il PRIMO ANNIVERSARIO del Blog e continua così!

Fabio Marangoni ha detto...

Grazie mille per i complimenti e per aver notato spontaneamente dell'anniversario del blog!;-)

L'Ondina? O.O ...non mi è nuova, ma non mi sovviene nulla!
Le favole mi piacciono, infatti ho in programma di leggere un bel libro dei Fratelli Grimm con le versioni originali.

Eh si, guarda caso di streghette simpatiche e positive ne conosco una!

ciao,