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Dal titolo sembra una fiaba dei Fratelli Grimm, e i personaggi e le atmosfere di Albert e l'Uomo nero hanno un po' il sapore di quel mondo di fantasia, quella di cui si nutrono i bambini dell'età di Albert, dieci anni, cresciuto nella bambagia ma arida di affetti, che si trova a confronto con una terribile verità di un altro mondo, quello degli adulti, spesso più distante e incomunicabile di quello dei suoi amici extraterrestri, veri o presunti.
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Albert (Claudio Cinquepalmi) vive con il padre l'ingegner Marco Vandelli (Nando Gazzolo) e la zia Teresa (Maria Grazia Grassini) in una villa del ravennate.
Una mattina scopre nel parco un corpo riverso in un canale: è quello della seconda moglie del padre. Infatti i sospetti convergono subito sul coniuge, fomentati da Caterina (Ivana Monti) sorella della defunta che porta come prove la disastrosa situazione patrimoniale dell'azienda dell'uomo nonché la presunta tresca con la di lui segretaria Hilde Hubner (Susanna Martinkova - bionda e tedesca!), il quale ha come unica spalla su cui fare affidamento l'amico di sempre e socio in affari Giorgio Marni (Franco Graziosi). Nessuno invece sembra prestare attenzione al piccolo Albert terrorizzato dalle incursioni notturne dell' "uomo nero", tranne il giovane commissario Gandini (Carlo Simoni) che inizia proprio dalle assenze notturne inspiegabili della bella cameriera Agata (Cristina Gajoni) a far luce sui misteri di casa Vandelli.
(Non mi dilungo oltre con la trama, non mi piace, ci sono altri siti che lo fanno per filo e per segno svelando colpi di scena e soluzione, cosa che ritengo poco intelligente - non si dice mai il finale! - nonché un vero delitto per un giallo...)
(Non mi dilungo oltre con la trama, non mi piace, ci sono altri siti che lo fanno per filo e per segno svelando colpi di scena e soluzione, cosa che ritengo poco intelligente - non si dice mai il finale! - nonché un vero delitto per un giallo...)
Questo sceneggiato che spaventò i bambini di allora, è un originale televisivo, cioé un soggetto scritto di pugno per la televisone, di Massimo Felisatti e Fabio Pittorru, in tre puntate dirette da Dino B. Partesano e trasmesse dalla Rai nel 1976.
A contribuire alla suspense delle visite dell'uomo nero http://www.youtube.com/watch?v=13fa7j13124&feature=related che si aggira nel parco e introduce nella villa destando dal sonno il piccolo Albert, contribuiscono non solo le soggettive in sintonia con il giallo italiano Settanta allora in voga ma anche il tema musicale http://www.youtube.com/watch?v=95Llee8ocT4 composto dal Maestro Franco Micalizzi (avete presente lo score di "Lo chiamavano Trinità" con la coppia Hill-Spencer? E' solo uno dei suoi tanti tra polizieschi, gialli e horror).
Non manca neanche l'inseguimento con le mitiche Alfa pantera e quella del fuggiasco (siamo anche nel periodo d'oro del poliziottesco) tra i paesaggi lagunari sempre ben fotografati nel bianco e nero.
La chiave di lettura della vicenda è l'infanzia arida del protagonista, costretto a vivere in una grande casa-museo privato dell'unico genitore sempre troppo occupato dai viaggi di lavoro, da una zia severa e apprensiva, si rifugia nell'immaginazione come unica via di scampo, convinto di poter comunicare - e magari essere finalmente ascoltato - da abitanti di un altro pianeta, e proprio "loro" incideranno la soluzione del caso sul registratore del piccolo Albert.
Cosa ve lo dico a fare che anche questo film è uscito un paio di mesi fa in edicola nella collana "Sceneggiati Rai Giallo&Mistero" della Fabbri? A buon intenditor... alla prossima!
2 commenti:
Uhm...ai bambini di allora può aver turbato i sogni ma secondo me tu (anche se non eri ancora nato alla prima messa in onda) non avresti battuto ciglio! :-D
A me li turberebbe anche oggi!
E invece ti sbagli!:-)
Da bambino ero molto pauroso - incredibile eh? - e credo che quell'uomo nero lì, visto a otto-nove anni, mi avrebbe inquietato non poco...
Certo oggi fa "sorridere" a confronto con quello che trasmettono e viene destinato al pubblico dei più piccoli.
ciao,
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