Qualche sera fa, anzi notte (!), mi sono imbattutto, scontrato, su Rai Premium (il canale digitale votato alle fiction e produzioni Rai degli ultimi dieci, quindici anni) in "Sotto la luna", unico indizio dato dal bottoncino "info" del telecomando era trattarsi di "giallo". Così ho cominciato a guardarlo.
Parte quasi bene: tombaroli improvvisati nella notte in una necropoli etrusca, ma il mistero dei luoghi e il fascino che invariabilmente emana l'illuminata civiltà etrusca sfuma subito nella commedia anonima televisiva, di cui non c'è traccia neanche nel web se non il minimo accenno negli archivi di questo film del '98. Unica nota: la presenza di Claudia Gerini per i fan.
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Però mi ha ricordato quando gli Etruschi spaventavano davvero.
Però mi ha ricordato quando gli Etruschi spaventavano davvero.
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In particolare ad almeno un paio di pellicole: "L'Etrusco uccide ancora" (1972) di Armando Crispino e "Assassinio al cimitero etrusco" (1982) di Sergio Martino, due piccole perle del thrilling italiano che si passano dieci anni prolifici del nostro cinema, i migliori (entrambi disponibili in dvd ma spesso replicati in orari folli della notte).
Ma anche la Rai in passato sapeva far bene e lo fece con il celebre sceneggiato in cinque puntate "Ritratto di donna velata" (trasmesso nel 1975) per la regia di Flaminio Bollini, protagonisti principali Nino Castelnuovo e Daria Nicolodi (nella foto, famosa allora per il successo di "Profondo rosso" al cinema) girato tra Volterra e Firenze, dove lei era una misteriosa donna che assomigliava in maniera impressionante al ritratto di una dama velata del '700, intorno la ricerca di un'urna etrusca di famiglia spezzata in due parti potrebbe portare al ritrovamento di un tesoro... con le musiche d'atmosfera di Riz Ortolani, in particolare la sigla con l'enigmatica statuetta chiamata "L'Ombra della Sera" nientemeno che dal Vate, Gabriele D'Annunzio.
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Chi l'ha visto credo che non dimentica facilmente l'apparizione improvvisa fra le nebbie ai due protagonisti in auto del cavaliere "in domino nero", quasi figura simbolo di un genere, quello dello sceneggiato del mistero Anni Settanta, in quel bianco e nero sgranato, pallido come la luna, ma quanto fascino gotico!
Chi l'ha visto credo che non dimentica facilmente l'apparizione improvvisa fra le nebbie ai due protagonisti in auto del cavaliere "in domino nero", quasi figura simbolo di un genere, quello dello sceneggiato del mistero Anni Settanta, in quel bianco e nero sgranato, pallido come la luna, ma quanto fascino gotico!
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