«Ero giovanissimo, un bambino. Venni a Torino con mio padre, che doveva andarci per lavoro. Arrivammo di sera, pioveva, e subito la trovai una città bellissima. Aveva appena piovuto, le strade riflettevano la luce di questi lampioni, queste luci gialle... le strade luccicavano. Mi piaceva molto, aveva un’aria malinconica e nello stesso tempo inquietante. Non pensavo che avrei mai fatto il regista, ma ero sicuro che Torino sarebbe stata una città ideale per girarci dei film; anche se non conta la città in se stessa per rendere più o meno pauroso il film, perché dipende da come la si inquadra, da come la si illumina.»
Così racconta il primo incontro magico con la città della Mole Dario Argento, città che l'ha visto lanciare la moda del thrilling all'italiana, dei film coi titoli zoomorfi, del successo di Profondo Rosso:
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«Ho poi utilizzato diversi scenari italiani per i miei film, anche se spesso non li ho specificati. A Torino ho girato Il gatto a nove code, Quattro mosche di velluto grigio e soprattutto Profondo rosso. La villa si trova sulle colline della città, un edificio bellissimo, uno degli esempi più belli dell’art déco. L’ho scoperta per caso mentre giravo in auto in cerca di posti interessanti dove girare il film. La villa era in realtà un collegio femminile diretto dalle monache, e siccome ne avevamo bisogno per un mese – fra preparazione e riprese – offrimmo alle occupanti una bella vacanza estiva a Rimini, dove si divertirono tantissimo. Con noi restò una monaca-guardiano che sorvegliò le riprese con austerità.»
Villa Scott detta cosi dal nome del primo proprietario e disegnata per lui dall'architetto Pietro Fenoglio, la vedete nella foto, da allora è nota anche come "la villa del bambino urlante", merito di Dario Argento! Nonché meta di pellegrinaggio di appassionati della pellicola da tutto il mondo che non mancano di fare una foto davanti al cancello.
Ma non c'è solo il passato, il rapporto del regista romano con i set torinesi si è rafforzato molto nell'ultimo decennio, tra alti e bassi creativi: "Nonhosonno" (2001), "Ti piace Hitchcock?" (2005), "La terza madre" (2007, in parte girato a Roma e in parte a Torino) e "Giallo" (2009), inedito, che uscirà direttamente per l'home-video.
Villa Scott detta cosi dal nome del primo proprietario e disegnata per lui dall'architetto Pietro Fenoglio, la vedete nella foto, da allora è nota anche come "la villa del bambino urlante", merito di Dario Argento! Nonché meta di pellegrinaggio di appassionati della pellicola da tutto il mondo che non mancano di fare una foto davanti al cancello.
Ma non c'è solo il passato, il rapporto del regista romano con i set torinesi si è rafforzato molto nell'ultimo decennio, tra alti e bassi creativi: "Nonhosonno" (2001), "Ti piace Hitchcock?" (2005), "La terza madre" (2007, in parte girato a Roma e in parte a Torino) e "Giallo" (2009), inedito, che uscirà direttamente per l'home-video.
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«In piazza C.L.N. invece girai la scena in cui Lavia e Hemmings assistono all’omicidio della sensitiva, lì feci costruire appositamente un bar che si ispira al celebre quadro di Edgar Hopper, "Night Hawks", un’opera che mi piaceva molto»
«In piazza C.L.N. invece girai la scena in cui Lavia e Hemmings assistono all’omicidio della sensitiva, lì feci costruire appositamente un bar che si ispira al celebre quadro di Edgar Hopper, "Night Hawks", un’opera che mi piaceva molto»
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(tratto da: D. Argento, Prefazione a AA. VV., "Torino città del cinema", Il Castoro, Milano, 2001).
Sotto il quadro a confronto con la piazza che deve la sua particolare architettura "neoclassica" alla totale ristrutturazione avvenuta, insieme a via Roma, durante il fascismo e successivamente intitolata al Comitato di Liberazione Nazionale; le due allegorie poste sulle fontane ai lati rappresentano quella maschile il Po, quella femminile la Dora Riparia, i due fiumi che attraversano la città.
Pare che durante le riprese del film qualche passante scambiasse il locale fittizio per uno vero ed entrasse per prendere un caffé al "Blu Bar"!
.Pare che durante le riprese del film qualche passante scambiasse il locale fittizio per uno vero ed entrasse per prendere un caffé al "Blu Bar"!
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4 commenti:
Ciao Fabio, questo aggiornamento mi è piaciuto in modo particolare forse perchè, come tu sai, amo moltissimo la città di Torino.
Ciao Francesca,
mi fa piacere che hai gradito, grazie a te per la visita;-)
Mentre cercavo nel web una foto ho trovato quella lunga dichiarazione di Dario Argento così da appassionato del suo cinema e del mistero mi è venuta l'idea per un mini articolo sui luoghi argentiani a Torino, in particolare quelli legati a Profondo Rosso, ma ce n'è sono altri...
ciao,
Torino è davvero una città ricca di fascino e di mistero!
Ho visto ovviamente dall'esterno Villa Scott
Ciao streghetta Blue!
hai visto che c'è un bar dedicato al tuo colore preferito?:-)
Certo che puoi vederla dall'esterno Villa Scott, molti appassionati argentiani hanno provato a entrare con le scuse più strampalate, a fermarli non sono i fantasmi, è proprieta privata!
ciao e grazie mille della visita,
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