"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Appello ai naviganti!
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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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martedì 21 settembre 2010

Pitta, pitta... anzi, Picta!!

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Pittare è un'espressione dialettale sinonimo di pitturare, ma non è certo a questa, bensì a "picture", che si sono ispirati gli organizzatori di "Picta! Comics" (di cui vedete la colorata locandina dell'evento che campeggiava per le vie del centro) prima fiera, anzi "sagra del fumetto", svoltasi il 12 settembre a Volpiano.
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E' stata una novità assoluta per il paese, e per me una bella sorpresa, dove ho assistito alla prima esibizione di cosplay della mia vita! Fino a poco tempo fa ne ignoravo persino l'esistenza - e Voi? Se non ne avete idea, date un'occhiata qui: http://www.pictacomics.it/ - erano presenti stand di librerie specializzate in fumetti ed uno dedicato a costumi e accessori per lo spettacolo, sponsor della manifestazione.

Su tutto dominavano i manga, di cui non sono appassionato ma che entusiasmano i giovanissimi a giudicare dal pubblico presente, non mancavano i Marvel e la scuola italiana, da Bonelli a Crepax, insomma un evento che mi auguro abbia un seguito.

Personalmente non leggo assiduamente una collana ma apprezzo i fumetti perché sono a metà strada tra cinema e narrativa, è un modo di raccontare pieno di fascino e cultura; talvolta sfoglio Dylan Dog, ricordo dell'adolescenza, oppure quelle vecchie serie del terrore anni Settanta reperibili con un po' di fortuna nell'usato perché ormai oggetto dei collezionisti.

Un'altra prova del mio interesse per le strisce animate sono... le ore piccole. Sì, perché mentre le scrivo sono pensate e immaginate nella mia testa come disegnate, sono espressioni, silenzi e volti spalancati per lo stupore e per la paura, quindi leggete questa nuova storia, chiudete gli occhi e...
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VENGONO DALLA LUNA

Finalmente c'era riuscito.
Dopo un pressante tira e molla la casa dei sogni era sua: un cascinale di mattoni rossi da ristrutturare immerso nella campagna tra querce e canali, proprio uno di questi segnava il confine della sua proprietà. Appena ricevute le chiavi dall'agenzia si era trasferito.
Amava quel luogo e il paese era appena a un chilometro.
Per prima cosa doveva occuparsi del tetto, le tegole erano rotte e le travi malferme. E quelle due finestre rotonde a croce come due occhi di vetro lo guardavano giallognoli imploranti di cure.
Il secondo giorno si era soffermato in soffitta per sgomberare il locale umido e la luna era entrata da quell'iride smerigliato creando un caleidoscopio di riflessi da incantarlo.
Il vecchio proprietario raccontava in paese di aver visto scendere da quegli oblò rane giganti dalla Luna che scomparivano nelle acque d'argento del torrente. Era uscito di senno dicevano, colpa della solitudine e del vino finché lo trovarono annegato nel canale.
Lui non credeva a quelle storie ma la scomparsa di Tonio gli aveva fatto comodo: era un vecchio testardo e non voleva andarsene, con la sua morte i nipoti avevano venduto subito.
Ammise tra sé che era stata una bella idea quella di aiutare chimicamente le fantasie del contadino superstizioso ma ora doveva mettersi al sicuro.
Caricò il fuoristrada con i tre fusti di latta indossando guanti e mascherina, seppur sbiadito il teschio con le tibie campeggiava tetro sul metallo corroso. Bere quell'acqua era stata la sua condanna.
Quella notte dormì beato. Si sentiva inattaccabile. Adesso era tutto sistemato.
All'alba quando uscì sull'aia per prendere una boccata d'aria, ancora in vestaglia, rimase sconvolto.
Forse erano dei randagi o dei grossi cinghiali, ma quale animale selvatico scava solchi sull'uscio a un metro e mezzo da terra?

FINE.

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