"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Appello ai naviganti!
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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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martedì 19 aprile 2011

Memorie, per nulla invisibili

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Recensioni di film, fumetti e libri, curiosità e aneddoti vari su questi mondi che si incrociano e mi piacciono da sempre, ma questo blog è nato con uno scopo: far leggere le mie storie e torno a farlo con una nuovissima scritta e pensata per Voi che avete imparato ad apprezzare la bizzarra serie de "Le ore piccole", brevi racconti da leggere d'un fiato che non lasciano scampo, dove l'immaginario fantastico squarcia il velo invisibile che lo separa dalla banalità del quotidiano per stravolgerlo e per sorprenderci.

Così qualche giorno fa riflettevo su un neologismo che sembra di moda nella televisione massimalista dei quiz, ossia quei "cassettini della memoria" spesso citati a sproposito, come se il nostro cervello fosse un immenso schedario da ufficio pieno di nomi e date, dove basta aprire e servirsi, ma se così (non) fosse? Se la memoria prendesse il sopravvento mescolando i ricordi col futuro prossimo? Se quei cassetti un giorno dovessero aprirsi su qualcosa che sarebbe meglio dimenticare nell'angolo più buio della mente...

Buona lettura,

(i commenti sono sempre molto graditi, grazie)


CASSETTI DELLA MEMORIA

Se n'era innamorato subito: la rosa dei venti tatuata al centro e gli arabeschi che si rincorrevano sui fianchi torniti l'avevano stregato.
Era infilato tra un armadio e un baule della nonna, adesso che i facchini lo portavano su per le scale seguiva l'operazione entusiasta come un bambino: ora aveva un vero scrittoio come ogni autore che si rispetti.
L'amico rigattiere – ops, franchising dell'usato – aveva assicurato l'autenticità del mobile Anni Cinquanta: “Elegante come un cigno, solido come una quercia!”.
Per lui dopo mesi di vuoto creativo, finalmente si scoperchiava il vaso di Pandora della fantasia, seduto al tavolo cominciò il nuovo romanzo. Peccato che uno dei cassetti era bloccato. Non se n'era accorto.


Lo forzò, ma niente. L'indomani sarebbe andato a chiedere spiegazioni in negozio. Non ci pensò più.
Il primo sole gli bruciava i capelli: si era addormentato sullo scrittoio. Un'ombra incontrò il suo sguardo.

Di colpo sveglio notò l'alone scuro in controluce. Cazzo, un'altra magagna che non aveva visto! Era una larga chiazza diseguale. Strofinò la superficie con il detergente speciale inutilmente.
L'indomani passando davanti allo scrittoio si bloccò. La macchia era più estesa e soprattutto più evidente. Impossibile. Una reazione alla luce del sole? Sudava freddo a disagio.
La giornata lo assorbì altrove e dimentico andò a letto esausto.
Il terzo giorno non voleva guardare quella macchia sullo scrittoio per il timore infantile che fosse mutata. Ma doveva farlo, la ricevuta d'acquisto era là sopra.
Cauto fece per prenderla e girare i tacchi ma la vide. Una pozza vinaccia larga e densa. E il cassetto socchiuso. Ma lui non l'aveva sbloccato.
Istintivamente lo spalancò. Era vuoto tranne che per un foglio e una lametta arrugginita.
Era una lettera d'addio con una macchia secca: portava la sua firma e la data di domani.

FINE.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Non posso far altro che confermare quello che penso dei tuoi scritti da sempre...inquietante!!! La tua fantasia non finisce mai.

Fabio Marangoni ha detto...

Ciao Francesca,

grazie mille come sempre!! Inquietare è uno degli obiettivi di questi stringati raccontini;-)Ma non solo quello, eh!

ciao,