"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Appello ai naviganti!
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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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martedì 3 maggio 2011

La donna della domenica

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Circa tre settimane fa in prima serata Raiuno trasmetteva "La donna della domenica" - quanti l'hanno visto? Alzate la manina - fiction in due parti dal celebre romanzo omonimo della coppia Fruttero e Lucentini, giallo torinese con sfumature rosa che uscì nel 1972 e fu subito un successo tanto che nel '75 divenne un film con Mastroianni e la Bissett con la regia di Luigi Comencini, da allora più niente, fino a questa prima trasposizione televisiva. .
Premetto che non ho visto il film né letto il libro e che di solito l'opera letteraria - salvo rare eccezioni - è sempre lungamente al di sopra della sua versione cinematografica, di buono questa ha la durata doppia rispetto al film che ha permesso di non tagliare personaggi e situazioni ritenute "marginali" a detta del regista Giulio Base, mentre per il resto lo stile è quello delle produzioni televisive di oggi, niente per cui strapparsi i capelli, compreso l'onnipresente e fastidioso tappeto musicale ad alto volume sovrastante i dialoghi peggio che nelle soap.

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Allora è tutto da buttare? No, si salvano le location, motivo principale per il quale mi sono disturbato a guardarla, ossia Torino e dintorni: da via Po al Parco del Valentino, dalla zona collinare "bene" al mercato del Baloon di Porta Palazzo o Piazza della Repubblica per i non torinesi, la cascina "Le buone pere" e tanti altri scorci del centro.

Inoltre mi hanno convinto le interpretazioni dei due protagonisti principali Giampaolo Morelli nei panni dell'ispettore Santamaria, baffuto alla Merli, che talvolta mi ricorda il suo bolognese Coliandro!, e Andrea Osvart in quelli della femme fatale Anna Carla Dosio. Pollice verso per il personaggio dell'agente Nicosia: troppo macchietta e sopra le righe, comico.
Mentre trovo ben riusciti nonché espressione di una certa torinesità il personaggio del geometra Bauchiero (Giorgio Molino) e delle sorelle Ines e Virginia Tabusso (Laura Curino e Paola Rota).
Piccolo mistero: alcune fonti web riportano con scalpore immagini hot di Sara Tommasi interprete della simpatica prostituta ciociara Dalia impegnata in un amplesso, scene che nella fiction non ho visto, che fine hanno fatto? Mah.

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Torino, 1973. L'architetto Garrone, individuo losco e viscido, è odiato da "mezza Torino, perché l'altra non lo conosce", una sera viene trovato morto colpito alla testa con un oggetto artistico singolare: un fallo di pietra. Dalla sua casa fugge quella che ha tutta l'aria di essere una "passeggiatrice", sulle cui tracce la polizia si mette subito al lavoro. Senonché l'indomani mattina si presentano in caserma una coppia di domestici licenziati con una lettera dove si minaccia di morte il fu Garrone, a firmarla è la loro datrice di lavoro Anna Carla Dosio, la donna più affascinante della città moglie di un grosso industriale e il suo amico particolare Massimo Campi. I guai per il commissario Santamaria sono appena cominciati...
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Ecco come lo annunciava il quotidiano cittadino durante le riprese in città, seguito dal trailer ufficiale per chi lo avesse perso:


http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cinema/articolo/lstp/380613/

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