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Francoforte, oggi. Vent'anni dopo la stessa setta è ramificata ovunque e ha deciso che è il momento della nascita dell'anticristo, a partorirlo sarà l'ignara Miriam (Kelly Curtis), una giovane maestra, che volente o nolente precipiterà nel vortice di follia degli invasati.
La pellicola del 1991 diretta da Michele Soavi, soggetto e sceneggiatura dello stesso con Giovanni Romoli e Dario Argento che è anche produttore (dopo aver sponsorizzato qualche anno prima "La Chiesa" sempre di Soavi) è l'ultimo film diretto sotto la sua ala protettrice dal suo ex aiuto regista e pupillo per diversi anni, Soavi appunto, infatti pare che Argento avrebbe dovuto anche dirigerlo in quanto l'idea è fortemente sua - "...l'idea mi venne dopo l'incontro con un personaggio bizzarro, una specie di santone, mentre passeggiavo lungo una spiaggia" è quello che il regista ha detto in diverse occassioni sulla genesi del film.
L'ottima regia di Michele Soavi emerge soprattutto nelle sequenze oniriche e nelle soggettive, quindi nei movimenti di macchina, supportata dalla fotografia di Raffaele Mertes che predilige i toni fiabeschi del blu e dalla bella scenografia del grande Antonello Geleng veterano ed esperto in questo tipo di film. Nondimeno agli effetti speciali ci sono Sergio Stivaletti e al trucco Rosario Prestopino, tra i migliori italiani del settore e garanzia nei film horror del periodo d'oro. Eppure non ci sono particolari truculenze (le sole ricercate dagli idioti dell'orrore): bensì la pellicola gioca più sulle suggestioni visive (guardate il video del sogno e capirete) e simbolismi religiosi al contrario (la "setta dei senza volto" si tramanda un lino che posato sul viso ne assume le fattezze, quasi una sorta di "Veronica" satanica in grado di soffocare la vittima).
Il sogno di Miriam:
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Che sia un film argentiano lo si capisce anche dalla numerosa presenza di specie animali, passione del regista romano per chi conosce la sua filmografia: dal pesce rosso al coniglio compagni di casa della protagonista, all'inquietante cicogna e soprattutto il terribile insetto millenario.
Il momento divertente: in piena notte il coniglietto bianco ormai "posseduto" fa zapping davanti alla televisione soffermandosi su un canale che trasmette un prestigiatore prodigo nel classico numero di estrarre un coniglio dal cilindro, fateci caso, perché il mago in questione è proprio il regista Michele Soavi!
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La Setta è un'originale rilettura del capolavoro maledetto "Rosemary's baby" di Polanski, che a vent'anni di distanza dall'uscita nelle sale risulta moderna e assolutamente dal respiro internazionale, non solo per il cast, ma per il linguaggio espressivo. Da (ri)vedere.
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Trailer originale tedesco (quello in italiano non l'ho trovato!):
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