"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Appello ai naviganti!
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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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venerdì 21 ottobre 2011

"Potevamo stupirvi con effetti speciali..."

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...diceva una famosa pubblicità di televisori degli Anni Ottanta. Bei tempi!


Io non ho a disposizione raggi laser e alabarde spaziali e neanche il temibile invasore "spara-pubblicazioni a raffica", non mi servono perché ho questo spazio libero, non vendo televisori ma il mio mestiere è raccontare storie e più la Vostra fantasia è fervida e grassamente nutrita di letture e suggestioni più saranno reali, non solo, cerco anche di annodare più fili assieme, di raccogliere quelle coincidenze e analogie del vivere che sfuggono agli altri.

E proprio di una di queste voglio parlarVi. Niente di eclatante, ma tanti piccoli indizi che inconsciamente mi hanno portato (forse!) a scrivere il racconto che potete leggere se fate "Le ore piccole" come me, altrimenti... va bene anche diurno, ma non fa lo stesso effetto;-)
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Forse sarà stato l'acquisto di una maglietta con un famoso personaggio Marvel (che gli 883 hanno ucciso!?), la visione di un misconosciuto film horror di Gianfranco Giagni e poi la lettura casuale dell'albo ad esso ispirato e magistralmente disegnato da Corrado Roi, il n.110 di Dylan Dog scovato al mercatino delle pulci, oppure l'esemplare che ho sulla scrivania conservato in un cubo di resina, sarà che ci vuole pazienza e arte come ce l'hanno solo loro per tessere una tela intricata e misteriosa come quella della omerica...


PENELOPE


“Ragno porta guadagno” gli diceva sempre la sua dolce nonnina e lui lo pensa tuttora ne vede uno penzolare dal muro di casa prima di schiacciarlo.
Anche adesso che si aggira meticoloso tra gli scaffali dei prodotti per la disinfestazione e fa scorta di esche avvelenate per blatte e insetticidi contro formiche, si rincuora del fatto di aver vinto battaglie ben più perigliose: non si sarebbe fermato davanti a qualche infido aracnide.
Ultimamente è un'invasione: tozzi e neri oppure teste di spillo con lunghe zampe scheletriche, l'altra sera sulla scrivania uno l'attendeva immobile nell'oscurità.
Mentre sistema gli occhialini sul naso gracile, passa il vecchio proprietario del consorzio agricolo che conosce da una vita, uno che di parassiti se ne intende.
«Dove ce n'è uno ci sono mille! Non avrai un nido in casa? Passa da me che ti do la roba giusta.»
L'indomani ritira due bombolette spray ruggini con una cannula per spruzzare nei recessi più profondi. Non recano etichetta. Roba fatta in casa: un mix micidiale.
Il vecchio contadino rincasa con un ghigno storto borbottando qualcosa d'incomprensibile, la faccia come una prugna rinsecchita.


Fredde ombre nere avanzano meccaniche nel buio ovattato sul tappeto sospeso di fili invisibili, migliaia di zampe come aghi protese verso la sua faccia, pronte a stringere, a strappare la carne...
Marzio scatta a sedere sconvolto, gonfio e madido di sudore. È stato solo un incubo. Ieri prima di coricarsi ha spruzzato ovunque il veleno, sono tutti morti ormai da ore.
Sono le sette del mattino. Strano il sole ancora non penetra dalle imposte.
Qualcosa ostacola la vista. Come una coltre davanti agli occhi. Anche sulle braccia e le mani qualcosa di appiccicoso impedisce di muoverle. Dove ci sono i figli c'è una madre pronta a tessere una tela molto più grande e robusta.


FINE.


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