"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Appello ai naviganti!
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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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domenica 29 maggio 2011

(Poveri) Diavoli d'inizio Novanta

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Lo scorso 6 maggio "Italia 1" ha trasmesso un film che aspettavo di (ri)vedere da lungo tempo: non che fosse introvabile, anzi, sovente mi era capitato sottomano il dvd de "La Setta" frugando nei cestoni del centro commerciale, ma gli avevo sempre preferito all'acquisto qualcos'altro e in tv non passava da un po'. L'ultima volta che lo vidi, e anche la prima, risale a oltre quindici anni fa, c'erano le videocassette e le affittavo nel weekend nell'unico video noleggio del paese...
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California, 1970. Sulle note di Simon&Garfunkel un gruppo di hippies nel mezzo del deserto se la canta e se la suona finché non arriva un tipo strano dall'aria mistica, il barbuto si chiama Damon, parla di "Simpaty for the devil" degli Stones come di un "messaggio nascosto ma non per tutti" e in effetti è un messia... del diavolo. Faranno tutti una brutta fine.
Francoforte, oggi. Vent'anni dopo la stessa setta è ramificata ovunque e ha deciso che è il momento della nascita dell'anticristo, a partorirlo sarà l'ignara Miriam (Kelly Curtis), una giovane maestra, che volente o nolente precipiterà nel vortice di follia degli invasati.

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La pellicola del 1991 diretta da Michele Soavi, soggetto e sceneggiatura dello stesso con Giovanni Romoli e Dario Argento che è anche produttore (dopo aver sponsorizzato qualche anno prima "La Chiesa" sempre di Soavi) è l'ultimo film diretto sotto la sua ala protettrice dal suo ex aiuto regista e pupillo per diversi anni, Soavi appunto, infatti pare che Argento avrebbe dovuto anche dirigerlo in quanto l'idea è fortemente sua - "...l'idea mi venne dopo l'incontro con un personaggio bizzarro, una specie di santone, mentre passeggiavo lungo una spiaggia" è quello che il regista ha detto in diverse occassioni sulla genesi del film.

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L'ottima regia di Michele Soavi emerge soprattutto nelle sequenze oniriche e nelle soggettive, quindi nei movimenti di macchina, supportata dalla fotografia di Raffaele Mertes che predilige i toni fiabeschi del blu e dalla bella scenografia del grande Antonello Geleng veterano ed esperto in questo tipo di film. Nondimeno agli effetti speciali ci sono Sergio Stivaletti e al trucco Rosario Prestopino, tra i migliori italiani del settore e garanzia nei film horror del periodo d'oro. Eppure non ci sono particolari truculenze (le sole ricercate dagli idioti dell'orrore): bensì la pellicola gioca più sulle suggestioni visive (guardate il video del sogno e capirete) e simbolismi religiosi al contrario (la "setta dei senza volto" si tramanda un lino che posato sul viso ne assume le fattezze, quasi una sorta di "Veronica" satanica in grado di soffocare la vittima).
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Il sogno di Miriam:
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Che sia un film argentiano lo si capisce anche dalla numerosa presenza di specie animali, passione del regista romano per chi conosce la sua filmografia: dal pesce rosso al coniglio compagni di casa della protagonista, all'inquietante cicogna e soprattutto il terribile insetto millenario.


Il momento divertente: in piena notte il coniglietto bianco ormai "posseduto" fa zapping davanti alla televisione soffermandosi su un canale che trasmette un prestigiatore prodigo nel classico numero di estrarre un coniglio dal cilindro, fateci caso, perché il mago in questione è proprio il regista Michele Soavi!
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La Setta è un'originale rilettura del capolavoro maledetto "Rosemary's baby" di Polanski, che a vent'anni di distanza dall'uscita nelle sale risulta moderna e assolutamente dal respiro internazionale, non solo per il cast, ma per il linguaggio espressivo. Da (ri)vedere.


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Trailer originale tedesco (quello in italiano non l'ho trovato!):
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Caso vuole che il film sarà ritrasmesso venerdì su Iris, quindi niente scuse per chi non l'ha visto!

martedì 17 maggio 2011

Alla fiera di Volpiano per due soldi un topolino...

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....non comprai! Cosa me ne faccio d'altronde, anche se c'erano dei minuscoli e tenerissimi criceti al banco degli animali domestici :-)
Comprai qualcos'altro invece domenica 8 maggio durante la tradizionale fiera primaverile (e non per "due soldi", bensì dodici, cosa? Seguite il reportage e lo scoprirete), quest'anno più partecipata che mai, così mi è parsa, complice anche la bella giornata di sole purtroppo guastata verso sera da un temporale che mi ha sorpreso sotto un portico d'altri tempi... ma bando alle ciance, ecco alcuni dei momenti e delle situazioni più belle che ho catturato con la fotocamera durante quel pomeriggio.






Uno dei simpatici asinelli dell'Associazione "Asini si nasce... e io lo nakkui", che portavano in groppa i più piccoli




Non mancavano le auto d'epoca: elegante, per cerimonie...




e la supersportiva di cui non sono ancora riuscito a scoprire né marca né modello, unico indizio la targa forse francese... chi mi aiuta??



...e la mitica Giulietta, simbolo di robustezza e velocità in tanti inseguimenti nei poliziotteschi Anni Settanta!



Poi ho preso l'auto e mi sono diretto fuori paese, alla cascina Alpis dove era offerto un rinfresco: fino ai primi del Novecento residenza del signorotto locale, un Conte, proprio nel mentre è giunto il temporale... da sotto l'ingresso ho scattato queste foto, si nota anche la chiesetta inglobata nella pianta quadrata dell'edificio come era prassi dell'epoca, oggi splendidamente ristrutturata e venduta in singole porzioni abitative



in una di queste era ospitata una mostra che la riguardava da vicino, infatti in due locali c'erano foto e documenti della vita di allora, "i conti del signor conte", nonché lettere originali del '700-'800 indirizzate ai regnanti di Casa Savoia







Ed ecco il mio acquisto, bella eh!? Altroché "un topolino mio padre comprò"!



martedì 3 maggio 2011

La donna della domenica

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Circa tre settimane fa in prima serata Raiuno trasmetteva "La donna della domenica" - quanti l'hanno visto? Alzate la manina - fiction in due parti dal celebre romanzo omonimo della coppia Fruttero e Lucentini, giallo torinese con sfumature rosa che uscì nel 1972 e fu subito un successo tanto che nel '75 divenne un film con Mastroianni e la Bissett con la regia di Luigi Comencini, da allora più niente, fino a questa prima trasposizione televisiva. .
Premetto che non ho visto il film né letto il libro e che di solito l'opera letteraria - salvo rare eccezioni - è sempre lungamente al di sopra della sua versione cinematografica, di buono questa ha la durata doppia rispetto al film che ha permesso di non tagliare personaggi e situazioni ritenute "marginali" a detta del regista Giulio Base, mentre per il resto lo stile è quello delle produzioni televisive di oggi, niente per cui strapparsi i capelli, compreso l'onnipresente e fastidioso tappeto musicale ad alto volume sovrastante i dialoghi peggio che nelle soap.

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Allora è tutto da buttare? No, si salvano le location, motivo principale per il quale mi sono disturbato a guardarla, ossia Torino e dintorni: da via Po al Parco del Valentino, dalla zona collinare "bene" al mercato del Baloon di Porta Palazzo o Piazza della Repubblica per i non torinesi, la cascina "Le buone pere" e tanti altri scorci del centro.

Inoltre mi hanno convinto le interpretazioni dei due protagonisti principali Giampaolo Morelli nei panni dell'ispettore Santamaria, baffuto alla Merli, che talvolta mi ricorda il suo bolognese Coliandro!, e Andrea Osvart in quelli della femme fatale Anna Carla Dosio. Pollice verso per il personaggio dell'agente Nicosia: troppo macchietta e sopra le righe, comico.
Mentre trovo ben riusciti nonché espressione di una certa torinesità il personaggio del geometra Bauchiero (Giorgio Molino) e delle sorelle Ines e Virginia Tabusso (Laura Curino e Paola Rota).
Piccolo mistero: alcune fonti web riportano con scalpore immagini hot di Sara Tommasi interprete della simpatica prostituta ciociara Dalia impegnata in un amplesso, scene che nella fiction non ho visto, che fine hanno fatto? Mah.

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Torino, 1973. L'architetto Garrone, individuo losco e viscido, è odiato da "mezza Torino, perché l'altra non lo conosce", una sera viene trovato morto colpito alla testa con un oggetto artistico singolare: un fallo di pietra. Dalla sua casa fugge quella che ha tutta l'aria di essere una "passeggiatrice", sulle cui tracce la polizia si mette subito al lavoro. Senonché l'indomani mattina si presentano in caserma una coppia di domestici licenziati con una lettera dove si minaccia di morte il fu Garrone, a firmarla è la loro datrice di lavoro Anna Carla Dosio, la donna più affascinante della città moglie di un grosso industriale e il suo amico particolare Massimo Campi. I guai per il commissario Santamaria sono appena cominciati...
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Ecco come lo annunciava il quotidiano cittadino durante le riprese in città, seguito dal trailer ufficiale per chi lo avesse perso:


http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cinema/articolo/lstp/380613/