"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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mercoledì 23 gennaio 2013

L'ULTIMO UOMO DELLA TERRA


Ancora un altro giorno...
è ora di alzarsi.”




Dicembre 1965: è da questo giorno
che ho ereditato il mondo,
sono solo tre anni
e mi sembra più di un secolo.”


Prima (e unica ad oggi) trasposizione cinematografica italiana del celebre romanzo di Richard Matheson, diventato negli anni un vero classico della letteratura mondiale “Io sono leggenda”, che ha avuto altre due versioni sul grande schermo ovvero “1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra” con Charlton Heston e la recente del 2007, omonima, con Will Smith.

La storia ha come protagonista lo scienziato Robert Morgan (interpretato dal grande Vincent Price, icona del cinema gotico dell'epoca) rimasto appunto “l'ultimo uomo della Terra” dopo un'epidemia causata da un virus che viene trasmesso via aerea per poi far ritornare i morti sotto forma di “vampiri” assetati di sangue. Unica salvezza la luce del sole che durante le ore diurne li costringe a rintanarsi mentre di notte aglio e specchi li tengono lontani.
Di giorno l'uomo da la caccia a questi "mostri" mentre di notte barricato nella sua casa in solitudine riflette rassegnato sulla sua condizione aspettando la fine, finché un mattino durante la sua uscita incontra una donna...

Ambientato nientemeno che a Roma, fa un certo effetto vedere scorci dell'Eur deserti nella condizione tipica post-apocalittica di strade spazzate dalla polvere e disseminate di cadaveri dove si aggira l'istrionico Price fotografato tra le architetture post-moderne del Ventennio da Franco Delli Colli; la scelta del grande attore teatrale capace di reggere l'intero film è forse dovuta al fatto che il film fosse inizialmente un progetto della mitica casa di produzione inglese Hammer poi arrivato in Italia e sceneggiato dallo stesso regista Ubaldo Ragona insieme a Mario M. Monetti.

Diretto nel 1964, “L'ultimo uomo della Terra” è – colpevolmente - noto solo alla cerchia più ristretta degli appassionati, invece ha un'importanza seminale nel genere fantastico, come “I vampiri” o “Caltiki” (entrambi di Riccardo Freda) sono capostipiti dell'horror italico, questo film lo è, a ragione, di tutta quella sfilza di pellicole catastrofiche, epidemiologiche, tuttora in voga soprattutto a Hollywood, e visti i tempi che viviamo... inoltre la sua modernità – merito del romanzo e della fedeltà a esso – negli assalti notturni dei “ritornanti” alla casa dello scienziato sembra di vedere quelli successivi e più celebri quanto speculari de “La notte dei morti viventi” e sequel vari, che il giovane George Romero futuro “papà degli zombi” in quel di Pittsburgh abbia visto questa pellicola prima d'altri?!

Non si può arredare un cimitero
e chiamarlo casa!”





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