"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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giovedì 2 maggio 2013

L'etrusco uccide ancora

(1972)




L'intraprendente archeologo Jason è alle prese con eccezionali ritrovamenti durante gli scavi di una necropoli etrusca, ma i lavori sono interrotti quando viene rinvenuta morta una coppietta che si era appartata all'interno della tomba, i loro corpi sono composti proprio come i dipinti che raffigurano i riti sacrificali al dio etrusco della morte, Tuculca.


Di quelle stimate duecento pellicole postsimilargentiane non sarà il capolavoro perduto (e ritrovato) ma è tra le più originali e copiate.

Armando Crispino, regista, è un bravo mestierante del cinema che fu, come tanti suoi colleghi di quegli anni che si sono cimentati nei generi più disparati seguendo il successo dei campioni d'incassi di Hollywood in primis, infatti stavolta non sfugge all'influenza dei primi Anni Settanta segnati dall'exploit de "L'uccello dalle piume di cristallo" di Dario Argento con la conseguente nascita del "thrilling" o giallo all'italiana, un filone che sovverte i canoni classici dell'indagine poliziesca cui siamo abituati dalla letteratura inglese, a favore della spettacolarizzazione dell'omicidio, della continua ricerca di suspense al cardiopalma, di deliri e fantasmi visivi dovuti alle fantasie morbose della mente contorta dell'assassino (inculcateci grazie alle frequenti soggettive) e toccherà scioglierla non alla polizia, ma a uno che passa di lì "per caso": un giornalista, un fotografo, una modella o uno studioso, catapultato tra omicidi scenograficamente feroci quanto dal modus bizzarro, femme fatale che nascondono verità scomode e sospettati ambigui, voci notturne e mani guantate che giocano al gatto col topo in una sorta di partita mortale con lo spettatore.

Così fa Crispino, aggiungendo un contesto insolito: le necropoli etrusche tra Spoleto, Cerveteri e Tarquinia, luoghi carichi di mistero di per sé, figurarsi se abbinate agli stilemi del thrilling . E come se non bastasse, per sottolinearlo, si avvale non soltanto della bella colonna sonora di Riz Ortolani (che tanto e bene lavorerà per gli horror padani di Pupi Avati) ma anche della musica classica del "Festival dei due mondi" di Spoleto.

"L'etrusco uccide ancora" merita la visione insieme alla seconda incursione nel genere "Macchie solari" dai contenuti più soprannaturali quasi fantascientifici, restano senz'altro le opere migliori e più significative della carriera del regista nativo di Biella e naturalizzato romano.




Cast: Alex Cord, Samantha Eggar, John Marley, Enzo Tarascio, Enzo Cerusico, Carlo De Mejo.

Nota
Per chi come me è appassionato di "archeologia misteriosa" oltre che cinefilo ricorderà senz'altro come questo non sia il primo film a sfruttare nel titoilo il richiamo magico e misterico di un'antica civiltà di cui ancora oggi poco si conosce, infatti successivamente Sergio Martino gira "Assassinio al cimitero etrusco" (1982) e prima di lui l'inglese "Perché il dio fenicio continua a uccidere" (1972) di tale Jim O'Connolly ci ricorda un'altra popolazione venuta dal mare, e come non ricordare lo sceneggiato cult - del quale ho già parlato - "Ritratto di donna velata"? Questo solo per citare i primi titoli che mi sono venuti in mente... a Voi segnalarmi gli altri!

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