"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Appello ai naviganti!
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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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domenica 30 novembre 2008

Mangiati e digeriti


Non potevo concludere - per il momento - lo spazio dedicato al mio ultimo libro pubblicato, con una bella e approfondita recensione firmata da Simonetta De Bartolo e pubblicata sul seguito portale di nuova letteratura Kultunderground:


"Il lettore è avvertito dal titolo, Mangiami, che sta per incamminarsi in un percorso di paura, ma proprio per questo, subito, "la tema si volve in disio" e si addentra in… piccole perle della letteratura dell’orrido, attratto dalla descrizione, carica di crudo realismo, degli aspetti più malati della psiche umana, del putridume morale e di quello materiale che offendono i sensi e non solo.

Mangiami , già con l’efficace copertina di Fabiano "Deimos" Zaino, con "Mangia, mangia…", l’intelligente premessa di Fabio Marangoni, curatore dell’ "antologia cannibala", ci assicura che l’appetito verrà mangiando. Introdotto da una naturale dolcezza di musica, colori e profumi, ma in un’atmosfera misteriosa e un po’ fiabesca, Il banchetto di Matteo Gambaro propone un assaggio preparatorio, durante… un plenilunio.

Carname di Fabio Marangoni si distingue per la consistente impalcatura narrativa e la vis descrittiva, che ci fa pensare, quest’ultima, ad una forte "presenza" dello scrittore nella contestualità della narrazione. La carne non tradisce di Marco Cartello fonde in modo ben articolato l’horror e una puntuale analisi psicologica.
Se Il sogno di un bambino di Raffaele Serafini fa nascere il desiderio di rivalsa di una condizione d’impotenza, di un senso d’inferiorità e se Nero è polpa di Antonio Favero, breve, ma originale e significativo racconto, dimostra che la violenza sui minori non si estingue con la cosiddetta civilizzazione, Il giusto epilogo di Veronica Squizzato, racconto brevissimo, ma efficace, procede ad un’interpretazione esagerata, in chiave moderna, di una favola e di "quello che non si racconta ai bambini", e, così, l’elemento fiabesco, in Abbondanzieri di Claudio Foti, si carica di esasperati aspetti truculenti.

Se in Canis caninam non est di Carmine Cantile l’interpretazione da parte degli indigeni della parola di Cristo desta nel lettore sgomento e amaro sorriso e La cena di Natale di Malcom Vallet, attraverso una situazione socialmente difficile e realmente possibile, progredisce verso una tragedia familiare di sangue e cannibalismo, in Carne di gabbiano di Alberto Priora, l’antropofagismo, presente in tanta letteratura e nel cinema, viene trattato, in relazione agli effetti psicologici, come elemento di sopravvivenza.

In La valigia di Lombello Edoardo, in cui il desiderio del sacrificio di Cristo come elemento necessario per la vera vita presenta analogie con lo stesso tema del Vangelo di Giuda di Antonio Bica, in Gambe di Michele Tosolini e in Un matto, una mattina di Mario Malgieri la psiche turbata disumanizza completamente i protagonisti. In Il frigorifero di Vito Ferro, l’horror viene introdotto e accresciuto gradualmente, ma poi lasciato, nell’evoluzione finale, all’immaginazione del lettore.
Uno di quei giorni gialli di Alberto Manca è senz’altro originale ed efficace per la vis immaginifica e, dulcis in fundo, per la trovata finale.
In Come noi di Mario Gazzola l’horror investe la problematica dell’esperimento scientifico che viola la natura, che, a sua volta, si vendica.

E’ come se i racconti di quest’antologia tenessero a bada le nostre ansie e le nostre paure portando agli estremi l’orrore della più recente cronaca nera. Carichi d’immagini nauseabonde, ma nitide, realistiche, lontane dalla sfera onirica, ci fanno rabbrividire, inorridire per l’efferatezza di menti sofferenti e malate, "…l’istinto dei folli vigila le spalle dei ragionevoli" (da Carname di Fabio Marangoni), ma, nello stesso tempo, almeno per certi aspetti, richiamano alla mente i grandi maestri dell’orrido, fra cui, perché no, Dante Alighieri, che, nel XXXIII canto, vv. 1-3, dell’Inferno, presenta il conte Ugolino della Gherardesca, che, per l’eternità, rosicchia il cranio dell’arcivescovo Ruggieri:

"La bocca sollevò dal fiero pasto
Quel peccator, forbendola a’ capelli
Del capo ch’elli avea di retro guasto".

Simonetta De Bartolo

Eccomi ...ritrovato!



Ebbene, dopo un'assenza dal blog di quasi un mese dall'ultima annotazione, di cui due settimane per "forza maggiore" causa guasto al pc oltre la mia solita indolenza cronica, riprendo i fili del discorso con la scansione dell'articolo apparso sul "Risveglio" - diffuso settimanale locale di cronaca e attualità del Canavese e Valli di Lanzo - dello scorso gennaio e dedicato all'uscita di "Mangiami!" scritto dalla giornalista Federica Furbatto, la quale segue la mia attività dal 2003; purtroppo essendo sfornito di scanner non posso postare tutti gli articoli dal primo all'ultimo, ma sono diversi quelli dedicati ai miei libri in questi ultimi anni che conservo con piacere.
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lunedì 3 novembre 2008

Cannibali sì, ma non troppo

La prefazione a "Mangiami!" è il suo miglior biglietto da visita per quanto mi riguarda, in breve riporta l'esordio del concorso con il bando, le aspettative e i risultati ottenuti, eccola:


Mangia, mangia…


“…L’uso istintivo o tradizionale o anche la pratica eccezionale di cibarsi di carne umana.”

“Ce l’hanno propinata in tutte le salse.
Gli ennesimi sequel di “Non aprite quella porta” e “Le colline hanno gli occhi” sono di questi giorni.
Per non parlare degli apocrifi che più o meno dichiaratamente ne sono figli. Figli che mangiano i padri. Senza dimenticare la gloriosa stagione italiana dedicata al filone.
Ma non solo il cinema, anche la letteratura ne è piena. Dalla scoperta delle arcaiche Americhe abitate da quegli “apocalypto” come direbbe qualcuno e descritte dai sanguinari conquistadores spagnoli, alle sventure caraibiche del celebre Gordon Pym di E.A. Poe fino agli episodi di cronaca nera nascosti sotto i giardini curati e rigogliosi del vicino mai troppo prudente.
Anche in questo momento il rito si consuma uguale nell’assoluta tranquillità e normalità per alcuni clan indigeni dell’Amazzonia e dell’Oceania. Per non parlare del mondo animale…
Eppure la gente continua ad andare al cinema, a leggere, a volerne sapere di più. Saggi, romanzi e film si sprecano. E si replicano, rigenerano di continuo.
Sto parlando di antropofagia. Di cannibali. Di uomini che mangiano altri uomini. Della primaria e atavica paura dell’uomo, di diventare cibo per un suo simile, di trasformarsi da cacciatore carnivoro a… carne.
E se loro – noi - vogliono vedere, leggere e sapere, gli sarà dato. In pasto.

Cerco storie…”


Con queste parole otto mesi fa esordivo e incitavo dal web l’invio di storie con tema il cannibalismo.
L'idea che mi cullavo altalenante da quando lessi un libricino ("Fame" - ed. Il Foglio), è diventata realtà grazie al sostegno e alla fiducia di un Editore appassionato quanto lettore attento come Lorenzo Nicotra di Magnetica Edizioni, che ringrazio.
Un argomento difficile questo, un tabù, forse l’ultimo che ripugna e affascina da secoli canuti studiosi e antropologi quanto l’uomo qualunque morbosamente attratto dalla minuziosa cronaca di episodi al limite della follia. È orrore reale, queste invece sono storie che si mescolano con la fantasia, la tradizione popolare e lo humour nero.
Un progetto libero e aperto a tutti quanto rischioso perché la tematica non è il classico mostro etichettabile cui la letteratura horror ci ha abituati, è senza maschera come la paura di valicare la barriera che ci divide dagli ultimi antropofagi del pianeta, in una società che vive un rapporto con il cibo quantomeno esasperato.
Un soggetto forte per palati e... penne fini. Così come forti dovranno essere invece gli stomaci dei lettori affamati di novelle in salsa rossa (bianca e verde aggiungerei visto l’unicità nell’editoria italiana di un libro simile). E soprattutto senza la censura delle major.
I racconti selezionati, tutti di qualità e godibili, appartengono alle sfumature più distanti: dalle sottilmente emozionali dell'immaginario fantastico classico allo splatter weird style, dall'enigma macabro alla fantasy favolistica più nera, in questo senso ho raggiunto lo scopo iniziale: non c'è una storia uguale all'altra, mentre tutti sanno quanto è facile il contrario.
Ringrazio indistintamente tutti i partecipanti al Concorso nonché il sostegno dato dai portali web ospitanti, augurandomi una partecipazione ancora superiore nelle prossime iniziative magnetiche e di sostenere la presente con il passaparola, aprendo discussioni nei forum, consigliandola agli amici e acquistando l'antologia. Sosteneteci.
Un particolare ringraziamento va a Fabiano Zaino, il grafico che ha realizzato l’efficace copertina, qui con me per la seconda volta e naturalmente a te, Lettore.


"Mangiami!" ha ancora tanta fame...


Buona lettura,

sabato 1 novembre 2008

Mangiati e contenti

Ovvero un passato recente o un presente già passato


Sto parlando di quella che è a tutti gli effetti l'ultima fatica della prodiga casa editrice di Napoli, Magnetica Edizioni, ovvero l'antologia "Mangiami!", da me curata come è riportato in copertina.

Doveva essere la prima di una serie tanto che era in programma un "volume 2", infatti in quei mesi di inizio 2007 la fitta corrispondenza con l'editore e amico Lorenzo Nicotra mi aveva portato sulla stessa lunghezza d'onda, una forte comunione di interessi tale da offrirmi la possibilità di essere parte attiva di Magnetica, come direttore di collana, e ne aveva in mente già una specifica "Le Gorgoni" dedicata alla narrativa fantastica e horror scritta da donne; entusiasta accettai ma prima di dedicarmi a questa proposi un progetto mio, un'idea che cullavo da un po', un'antologia di racconti con tema l'antropofagia, i cannibali insomma.
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Le ragioni di questa scelta audace le ho spiegate nell'introduzione al volumetto che riporto per intero.

Mi fu lasciata la massima libertà e fiducia nell'organizzare il lavoro e decisi di reclutare i racconti attraverso un concorso libero a tutti nel vero senso della parola, cioé gratuito.
Il bando non ebbe una vastissima diffusione, ma fu pubblicato sui principali siti italiani di cultura horror e ricevetti nella mia casella postale sessanta racconti: un buon risultato per un concorso nuovo di zecca e misconosciuto.
Se la qualità degli scritti era altalenante, la cosa che mi rasserenò fu la varietà, l'aver interpretato il bando con punte di originalità interessanti fuori dai soliti cliché che possono rappresentare temi estremi come il cannibalismo.

La selezione dei testi da pubblicare non fu semplice e mi impegnò alcuni mesi fino all'autunno dello stesso anno quando il libro venne mandato in stampa e messo in vendita sul sito dell'editore.

Una nota di merito particolare va al sempre bravo Fabiano Zaino, l'amico e grafico che ha realizzato dietro mie istruzioni (pignole) la copertina originale e shockante dall'elaborazione di una sua foto, non passa certo inosservata...

A un anno di distanza dalla pubblicazione mi vengono in mente le parole usate da Dardano Sacchetti nella prefazione di "Torinoir" quando riferendosi ai giovani autori presenti scrisse che non erano dei "finti cannibali" in riferimento a un'antologia di successo pubblicata all'epoca da un grande editore della mia città che conteneva scrittori italiani che oggi sono quasi scomparsi... ecco, "Mangiami!", con tutti i pro e contro del caso, è un'esperienza che rifarei con le dovute migliorie, perché è un libro coraggioso, più unico che raro in Italia, che nessun editore big si sognerebbe di pubblicare, per contenuti e per la stessa copertina (mai sentito parlare di censura?), ma essere piccoli, a volte, è quasi un vantaggio.