Non so Voi, ma a me il panettone senza la glassa sembra incompiuto, come vedere il film preferito senza sgranocchiare le patatine, perciò ecco l'augurio che faccio all'inizio di questo 2010 a quanti mi leggono: che sulla vita non manchi mai quella copertura scioglievole e croccante, fragile e fragrante, ad addolcire ogni giornata con un granello di piacevole stupore e una mandorla tostata di sapore.
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La televisione mi stupisce ancora qualche volta, e in senso positivo. E la sorpresa viene dai nuovi canali digitali terrestri, quelli che non fanno grossi ascolti e per questo forse più "liberi" nei palinsesti, anche di riproporre film altrimenti scomparsi dai canali tradizionali o trasmessi in orari impossibili della notte perchè poco commerciali o dai contenuti ritenuti "difficili" in altre fasce orarie. L'eccezione è stata la programmazione serale di mercoledì 30 dicembre di RaiSat Cinema che vedeva nella cosiddetta prima serata "Phenomena" di Dario Argento, a seguire "Tenebre" (non ricordo il precedente passaggio televisivo da quanto è censurato) dello stesso Argento e ancora "I guerrieri dell'anno 2072" di Lucio Fulci, un fanta/post-apocalittico che non avevo mai visto. Insomma una nottata cult da brividi, ma non è sempre... Natale!
Spesso trasmettono commedie trite e ritrite, oppure gli stessi film replicati a orari sfasati nella stessa giornata, di positivo c'è la coerenza con il nome: come al cinema, il film non viene mai interrotto, non ci sono spot neanche tra uno e l'altro, in un'epoca di televisioni commerciali in tutti i sensi non è poco.
E ora vi lascio con il nostro cinema privato, tutto mentale, da vedere dal di dentro mentre leggete, parlo del nuovo racconto de "Le ore piccole", potevano mancare nel nuovo anno?!?
A breve il disegno originale di Fabiano, intanto godetevi la lettura!
PICCHIATELLO
Lo consideravano tale ma innocuo.
Ogni paese ha il suo e lui veniva gentilmente tenuto a distanza, schernito e additato ai bambini dalle mamme: “Se non fai il bravo viene...”.
Lui d'altronde non faceva nulla per integrarsi, come dicono oggi, anzi non gli importava degli altri.
Stava bene col suo Io. Borbottava torvo sotto i portici, cincischiava e gesticolava a voce alta guardandosi le punte delle scarpe nel caso trovasse qualcosa sul suo cammino. Si perché aveva la mania di raccogliere qualunque cosa e portarsela a casa, una cascina diventata deposito di mobili e cianfrusaglie sepolte dalla vegetazione.
Quando lo facevano arrabbiare lo manifestava con uno strano rito: si irrigidiva e stringeva occhi e pugni come un bambino pieno d'odio, poi saltava come una trottola scossa dalla corrente elettrica e scappava via cozzando contro tutto e tutti.
Ultimamente aveva una fissa per la nuova barista procace e disinibita.
Giovanna, detta “Sharon” per via di qualche somiglianza con un'attrice, faceva girare la testa a tutti con la sua divisa celeste troppo stretta non lasciava niente alla fantasia.
Il povero picchiatello non era insensibile al fascino femminile e fra le risate degli avventori non passava giorno senza attendere di essere servito da lei. Fissava ingordo la scollatura mentre lei rivoltava i wurstel sulla piastra o le cosce mentre si piegava sotto il bancone.
Ma Sharon aveva altri per la testa. Ogni giorno uno nuovo l'accompagnava a casa mentre lui scappava via furioso.
Pochi si stupirono quando una mattina la trovarono senza mutandine nell'auto dell'ultimo amante.
Entrambe sgozzati. La polizia ipotizzò un'aggressione, forse un animale selvatico dalle ferite. Eppure non si vedeva un lupo da anni.
Picchiatello aveva imparato dal fumetto raccolto dalla spazzatura, si era concentrato, recitato la formula e il resto l'avevano fatto loro, i dinosauri di vetroresina del parco giochi “Giurassico”, il vudù cominciava a piacergli.
FINE.
4 commenti:
Come al solito ti faccio i complimenti per il racconto, il vudù poi ha un fascino particolare ed oscuro.
Ciao Francesca,
e io come al solito ti ringrazio per averlo letto e commentato;-)
In questo racconto il vudù fa una velocissima "comparsata" nel finale, ma mi sembrava l'ideale per chiudere il cerchio della storia, resta il fatto che è un argomento che si presta molto a storie del genere, sospeso tra magia e superstizione, legato com'è alla terra e alle tradizioni di quella gente.
ciao,
Finito di leggere ora: ho già ben chiara l'immagine del disegno...mi spiace solamente di arrivare sempre in ritardo con l'illustrazione.
Riguardo al racconto, bello l'inizio e lo svolgimento, forse un filino scontato il finale che avrei lasciato più vago...meno diretto è più superstizioso magari.
Ciao Fabiano,
che piacere leggerti qui, per l'illustrazione, tranquillo, conosco le motivazioni del ritardo;-)
Grazie per il parere articolato sul racconto, in questa storia ho preferito chiudere il cerchio nel finale, in altre rimane "sospeso"... dipende come gira la fantasia!
ciao,
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