"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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lunedì 16 aprile 2012

E' proprio il caso di dire: bentornato Nero Wolfe!

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Chi non ha mai letto o almeno sentito nominare il celebre detective amante della buona cucina e delle orchidee nato dalla fantasia di Rex Stout nel 1934?
Forse altrettanti lo avranno visto in televisione, magari in bianco e nero... era il 1969.


Da quella prima serie targata Rai sono passati oltre quarant'anni, un'eternità per come evolve il mondo (e la televisione) oggi, e dopo tutto questo tempo torna una serie nuova di zecca tutta italiana dedicata a lui, Nero Wolfe. Certo, di cose ne sono cambiate nel frattempo, a cominciare dal fatto che da New York si è trasferito nei pressi di Roma e oltre al passaggio dal b/n ai colori a vestire i suoi (larghi) panni non c'è più il grande Tino Buazzelli - vi ricordate? Ne avevo parlato su questo blog mesi fa in occasione delle repliche della serie su Rai 5 - ma un altrettanto bravo attore dei giorni nostri come Francesco Pannofino che farà coppia con Pietro Sermonti (alias Archie Goodwin, ruolo che fu di Paolo Ferrari) e questo fa ben sperare perché la coppia di attori ha già lavorato insieme nella fortunata serie Boris (che io non ho visto ma che ha avuto successo), quindi speriamo che l'affiatamento tra i due sul set giovi alla messinscena.

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Il primo - di otto episodi - è stato trasmesso il 5 aprile, l'appuntamento è il giovedi in prima serata su Raiuno.
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Ogni film-indagine è indipendente dall'altro ed è tratto dal rispettivo romanzo di Rex Stout il più fedelmente possibile a detta degli autori.


Nel primo: La traccia del serpente



Roma, Anni '50. Nero Wolfe e l'assistente Archie Goodwin sono appena giunti nella capitale dopo non precisati dissidi con l'FBI americana. La prima preoccupazione dopo aver trovato casa è la sistemazione delle amate orchidee nella nuova serra ancora da allestire e assumere uno chef all'altezza del palato di Wolfe. Nel frattempo si presenta una donna che lamenta la scomparsa di un uomo dalla pensione in cui lavora, si tratta di un abile orologiaio che le aveva mostrato i disegni di un congegno applicato a una mazza da golf, sarà un caso che proprio una settimana prima è morto un noto professore universitario sul green? Nero Wolfe, preso dal trasloco, ma lusingato dai complimenti della stampa e della cliente, accetta il suo primo caso romano, da qualche parte bisognerà pur cominciare!


Si continua con... Champagne per uno


Archie è invitato al ricevimento organizzato da una fondazione per ragazze madri.
Egli è infatti il cavalier servente di due di loro: una è Lucia, introversa e sofferente, tanto che porta sempre con sé una fiala contenente capsule di cianuro. L'uomo non la perde di vista per tutta la serata, incuriosito dal suo comportamento e dal fascino che emana, finché dopo aver bevuto una coppa di champagne la ragazza cade a terra agonizzante e muore. Suicidio? Ne sono convinti tutti, d'altronde il cianuro è sparito dalla borsetta, ma Archie Goodwin giura che nessuno, tanto meno Lucia, l'abbia messo nel bicchiere... convincerà Nero Wolfe a occuparsi del caso.



Pregi: senz'altro il lodevole sforzo produttivo da parte di Casanova multimedia di aver (ri)portato sullo schermo un classico del giallo che fece fortuna nella Rai di un tempo e che oggi potrebbe sorprendere le nuove generazioni e riprendere quelle di allora unendole davanti a una storia leggera ma intelligente; quindi la relativa novità in una produzione di sole fiction di medici-suore-santi e papi per la prima rete e la bravura di Pannofino il principale interprete di un carismatico Nero Wolfe moderno quanto fedele al personaggio, fanno il resto unite alla cura nell'insieme di ambienti e dettagli.
Un plauso al simpatico e azzeccato Andy Luotto, chef non solo per "fiction" e si vede, e alla bella Giulia Bevilacqua che nei panni della scafata giornalista Rosa Petrini mi ha ricordato nelle movenze la giovane Daria Nicolodi in Profondo Rosso.



Difetti: sostanzialmente non ve ne sono, a parte il fatto che talvolta mi sembra più una commedia che un giallo... vorrei più intrigo, più "suspense", e la musica di sottofondo meno onnipresente, ma è un giudizio con riserva: aspetto con curiosità di vedere i prossimi episodi. Bentornato, Nero Wolfe!


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