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Buonasera, detto come lo diceva - doppiato - il grande Alfred Hitchcock Maestro della suspense, bentrovati Amici, pochi ma buoni che leggete questo blog, come vi avevo anticipato - lo faccio sempre - ci sarebbero state novità anche nel periodo estivo, niente vacanze per "l'Abitatore del Buio", infatti quello che vi propongo è nientemeno che il soggetto di un fumetto.
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L'ho scritto circa un mese fa, naturalmente il progetto è naufragato per quanto ne so, ma la storia rimane e posso disporne come meglio credo in quanto farina del mio sacco, come si dice dalle mie parti, magari un giorno potrei disegnarla io, a scuola ero bravo in "educazione artistica" e il disegno a mano libera mi è sempre piaciuto, poi rispetto a un disegnatore sono avvantaggiato: io la storia l'ho già vista nella mia testa mentre la scrivevo.
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Si intitola "Fasi lunari", titolo che mi piace perché si adatta bene al contenuto, la scrittura è essenziale, scarna, quasi da sceneggiatura appunto perché volevo dare delle indicazioni a chi avrebbe disegnato le tavole, in questo modo la lettura è veloce e spero più "visiva", d'altronde non ho puntato sull'originalità del soggetto ma sull'azione... ma lascio dirlo a Voi, buona lettura!
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FASI LUNARI
Esterno, notte.
Luna piena.
Cielo quasi sgombro, nero come inchiostro.
Campo lungo di una periferia anonima di città: alti palazzi squadrati, grattacieli popolari di cemento divisi da campi d'erba e orticelli delimitati dalle stradine residenziali, pochi lampioni radi gettano oblò di luce, ma la luna incombe su tutto (dettagli...).
Qualcuno corre nel buio. Scarpe da ginnastica.
Prima passi cadenzati, poi il ritmo aumenta, è una corsa disperata, affannosa, qualcuno lo insegue: piedi che hanno qualcosa di anormale, di ferino e letale, le scarpe sono sformate, le caviglie troppo grandi e ripiegate, la falcata selvaggia... ma non si vede altro. (Alternanza della corsa di uno e dell'altro, ma non si capisce chi insegue chi. Vista dall'alto delle due figure nere lungo la strada bianca, spoglia, un tunnel di un incubo notturno.)
Martin continua a ripetersi nella testa come un mantra: “non sono mai stato nel Congo meridionale, non ci sono mai stato in vita mia, non sono mai stato in Africa!”.
Suda. Trema. E corre soprattutto. Dell'altro non sappiamo nulla: solo che è veloce, scattante, alto più di due metri, curvo in avanti, sembra gobbo con le braccia incredibilmente lunghe... tutto in controluce. C'è la luna blu stanotte.
La strada è una retta bianca che si stringe nella prospettiva infinita e infinitesimale, invasa da forme informi, di braccia e gambe pronte a ghermire, di proiezioni della mente confusa o forse soltanto di rami rinsecchiti sbattuti dal vento per catturare chi vi transita...
Finalmente la salvezza: c'è una chiesa proprio lì, davanti, imponente.
È una di quelle moderne di periferia, dalla facciata geometrica e stilizzata, il portale di bronzo e legno svettante verso il cielo nero della notte.
Il proprietario delle scarpe da ginnastica riprende la corsa disperata verso la nuova meta, pensando: “Nessuno mi farà del male là dentro”.
(FINE.... della PRIMA PARTE!)
giovedì 26 luglio 2012
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