"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Appello ai naviganti!
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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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venerdì 17 ottobre 2008

Gatti dal Buio (reprise!)



L'approfondita recensione de "Gatti dal Buio" della sempre competente Simonetta De Bartolo merita un post tutto suo, potete leggerla anche su KultVirtualPress e sul sito di Patrizio Pacioni, a questi indirizzi:



(Le immaggini sono le due copertine... mancate, una destinata all'antologia dedicata a Edgar A. Poe, l'altra a quella di Bram Stoker, non conosco l'autore ma mi complimento con lui se mai mi leggerà e lo ringrazio, perché sono curate e di ottimo impatto per un libro horror, meglio di quanto fanno editori blasonati con super studi grafici a disposizione... sbaglio?)


"Gatti dal Buio (Magnetica, 2007). Dal buio delle nostre ancestrali paure? Dal buio della notte in cui due piccoli immobili occhi perseguitano tormentate coscienze, sostituendosi alle torce delle Erinni del teatro classico antico? Dal buio dell’affascinante mistero di una creatura affettuosa e sorniona, pronta a trasformarsi in un’efficacissima e crudele macchina da guerra?

Brevi racconti che si leggono d’un fiato, in cui il personaggio principale è il gatto, vittima e carnefice, giustiziere vindice di se stesso. E’ forse un caso che il “gatto a nove code”, una corda terminante con tre codini “acconciati” da nodi o da sfere di ferro forgiate, sia uno strumento di tortura o di auto-fustigazione? Sì, proprio quella piccola e orgogliosa creatura, tanto venerata nell’antico Egitto da essere portata in salvo dalla casa in fiamme prima delle persone e delle cose più preziose, dotata delle proverbiali “sette anime”, capace di resuscitare e, quindi, di vivere sette volte, nove nei paesi anglosassoni, oggetto di superstizione se di pelo nero, tanto amata da Baudelaire. “C’è qualcosa, nell’amore disinteressato e capace di sacrifici di una bestiola, che va direttamente al cuore di chi ha avuto frequenti occasioni di mettere alla prova la gretta amicizia e l’evanescente fedeltà del semplice Uomo” (da “Il gatto nero” di E. A. Poe).

Per Lovecraft, ne I gatti di Ulthar, “…è il depositario di racconti che risalgono alle città dimenticate di Meroe ed Ophir, è parente dei signori della giungla ed erede dei segreti dell’Africa oscura e misteriosa”. Nel volumetto, inserito nella Collana I Premi Letterari e che comprende i dieci migliori racconti fra quelli partecipanti all’omonimo concorso “Gatti dal buio”, bandito dalla Magnetica,, fluttua onnipresente la suspense, ora lieve, ora in crescendo, ora come onda anomala in potenza. L’ombra e il mistero, in Niki di Pina Varriale, l’atmosfera di collettive crudeltà e di affetto infantile, in Cagliostro di Giorgia Sacco Taz, sono ben calati nel sentimentale recupero memoriale.

In Farìa di Marco Daini, racconto breve, ma efficace, si gusta una sottilissima venatura umoristica, mentre in Grigio di Simone Pera le torture inflitte al gatto e alle persone e la voce umana che si fa tramite dei sentimenti del felino sembrano stabilire agognati, impossibili equilibri tra uomo e animale.

In Nuvole come gatti bianchi di Renzo Saffi una struttura narrativa ben articolata supporta un lavoro di fine psicologia, presente anche, in direzione del sociale, in Cater di Alessio Iarrera, racconto dal linguaggio e dalla trama semplici e lineari.

Fobia di Fabio Marangoni mette a dura prova l’attenzione del lettore per l’intreccio narrativo originale e complesso e per le descrizioni minuziose, tipiche dell’attento osservatore, che, a volte colpiscono i sensi (vista e olfatto), così come in L’angelo e in La patata ero(t)ica di Patrick McGrath. Sedici gatti, di Marco Marengo e Alda Iadelise, rivela una fantasia stupefacente e imprime nella mente l’immagine nauseabonda di Lui. In Lavori usuranti di Alfonso Mormile lo sguardo del gatto attenua un po’ la tensione narrativa, ma, attenzione, la bestiola “…morde e graffia. E’ cattivo!”.

Siamo emotivamente coinvolti, infine, da Il concerto d’organo di Guido Marcelli, quasi come quando “ascoltiamo” La musica di Erich Zann di H. P. Lovecraft.

Il gatto, insomma, è il vero protagonista e lo sono inevitabilmente il nostro affezionarsi a lui in maniera morbosa, ma anche la determinazione di allontanarlo da noi e dalla sua casa, le nostre paure, i sensi di colpa, “il dolore che genera i fantasmi” (da Farìa di Marco Daini), l’Ombra minacciosa, il mistero che ci avvolge; i miagolii e i silenzi, le fusa, il pelo ritto e lo sguardo, il suo il linguaggio; il suo ritorno da vivo o da morto e la vendetta. "

Simonetta De Bartolo

Una buona annata



Quella del '06/'07, quando Magnetica Edizioni mentre pubblicava interessanti autori, esordienti e non, promosse tre nuovi concorsi letterari aperti a tutti.
Un paio erano ispirati dall'opera di due grandi autori quali Edgar Allan Poe e Bram Stoker, mentre il terzo alla figura affascinante e misteriosa del gatto nell'immaginario della narrativa del mistero, intitolato "Gatti dal Buio".

Visto l'esito positivo di "Stregonesque", decisi di partecipare ad almeno uno dei tre.
Caso volle scelsi quello dedicato ai felini e l'unico purtroppo che giunse al traguardo alcuni mesi dopo, gli altri infatti vennero sospesi.

L'antologia "Gatti dal Buio" con i migliori racconti uscì regolarmente con la copertina che vedete (le altre due anch'esse ufficiali e pubblicate sul sito dell'editore all'epoca, scomparvero, ma conservo i files), i contenuti spaziano nel filone fantastico classico e nelle leggende della tradizione che fin dai secoli scorsi li ha visti protagonisti, o apparizioni fuggevoli, di centinaia di storie dei più celebri autori mondiali, quindi adatta a tutti i palati.
La mia s'intitola "Fobia" e per certe assonanze con il famoso "Gatto nero" poteva starci bene nel concorso dedicato a Edgar A.Poe....

"Il Gatto: simbolo del mistero, della dolcezza e dell’aggressività insieme; talvolta felino pericoloso, talvolta grande amico dell’uomo.
Venerato e deificato nell’antico Egitto, fu perseguitato nel Medioevo come animale diabolico.
Comunque lo si voglia considerare, il gatto ha sempre una sua specifica peculiarità, che è quella di dilatare enormemente le pupille al buio, assumendo un aspetto enigmatico e minaccioso. I suoi occhi lanciano dal buio una sfida di paura, incertezza e imprevedibilità che sono i temi dominanti di questo volume. "

(Quarta di copertina)

mercoledì 8 ottobre 2008

Streghe?? Non c'è solo in Biancaneve...

...o la vicina di casa!

Nel rispetto della "tradizione", ecco un assaggio del racconto sotto citato, "Lughnasadh", buona lettura....
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- (Ricordo per i "distratti":-) che questo e altri libri possono essere acquistati dal sottoscritto, comodamente da casa Vostra senza mettere il naso fuori!)
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"La stanza era chiusa ma Miria sentiva tutto.
I muri spessi di pietre e malta ovattavano i suoni, i rumori e le parole, ma non i singhiozzi e le urla.
Dietro la porta di legno lustro c’era la paura senza fondo, rotta solo dalle rare uscite di sua nonna e di quel demonio con le orecchie viola. Aveva un nome che non ricordava, ma puzzava di grassume e quando la salutava stringeva le palpebre da gatto rosso in una fessura liquida e gonfiava le gote unte come branchie squamose. Era un ratto di fogna che chiamavano il signor medico.
Miria non staccava gli occhi dalla porta da una settimana, da quando era iniziato tutto.
Nessuno gli diceva niente perché lei era piccola. Aveva otto anni ma capiva tutto. Qualcosa non andava e non glielo volevano dire.
Eppure sua sorella era sempre stata bene.
Giocavano insieme quando si sentì male la prima volta.
Proprio come adesso stava vestendo Dora, era estate perciò aveva indosso poche cose: la gonna di tela di sacco marrone, la camiciola senza bottoni con un buco per la testa e due per le braccine tisiche e il cappello con lo svolazzo trovato nella cesta del rammendo. Giulia non aveva più risposto e i suoi begli occhi nocciola erano fissi come quelli di Dora, due bottoni di vetro spesso e nero senza l’oro zecchino dell’espressione.
Sua nonna disse che aveva la febbre e non l’aveva più vista. Il giorno dopo aveva tentato di entrare ma la porta era chiusa a chiave. Il terzo giorno venne il demonio."
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Tratto da "Lughnasadh".

Lughnasadh

E' anche il titolo del mio racconto presente nell'antologia "Stregonesque".
Ho scritto "anche" non a caso, perchè Lughnasadh, che per assonanza potrebbe richiamare alla memoria i Miti di Lovecraft, è in realtà un'antica festa pagana di origine celtica, tuttora celebrata.


Detta anche Lammas (Festa del pane) dai sassoni, cade il 1° agosto e segna l'inizio della stagione dei raccolti, è la prima delle tre feste ad essi dedicata, in particolare a quello del grano che ne chiude il ciclo della vita, è un ringraziamento alla terra per i suoi doni.
Un tempo si celebrava con una veglia per il dio del Sole (Lugh) con danze, giochi e fuochi, tutti i riti miravano ad assicurare una stagione di frutti generosi in quanto in passato dalla stessa dipendeva la sopravvivenza della tribù durante i freddi mesi invernali, a questo pro si praticava la raccolta dei mirtilli a scopo divinatorio: se la quantità era abbondante si riteneva lo sarebbe stato anche il raccolto.
Inoltre era usanza costruire delle piccole capanne coperte di fiori in riva ai corsi d'acqua dove gli innamorati dormivano insieme la vigilia della festa, il 31 luglio.


Tutto questo, e molto altro che si può trovare nel web, lo ignoravo fino al giorno che mi capitò sotto gli occhi un'intera pagina dedicatagli sul settimanale di cronaca locale.
In quel periodo stavo scrivendo una storia ambientata nel mondo rurale d'altri tempi che legava bene con l'atmosfera misteriosa e pagana dei riti descritti negli articoli - che conservo ancora in una cartelletta - tuttora presenti nella tradizione delle valli della provincia torinese.

Ispirato, aggiunsi del mio mescolando la verità con la fantasia, le leggende popolari con il folklore, ma il titolo l'avevo già trovato.
Nel racconto sono presenti almeno un paio di citazioni cinematografiche e una letteraria di una famosa favola, più quelle inconsce... buona ricerca.

Da notare che il libro è stato segnalato da HorrorMagazine, il più autorevole portale italiano del genere:
http://www.horrormagazine.it/notizie/2336/

(Nell'immagine: una lamia)

mercoledì 1 ottobre 2008

Tremate, tremate, le Streghe son tornate...

Dopo l'avventura torinese ho continuato a scrivere e snocciolare ore di collegamento web alla ricerca di cinema e notizie bizzarre di qualunque sorte.
Non ricordo come, forse consultando un elenco di concorsi, mi imbattei in "Stregonesque", fin dal titolo mi piacque, un concorso letterario dedicato alla figura della strega (spesso trascurata a favore di altri mostri più modaioli...) indetto da una casa editrice che non conoscevo.

Premetto che raramente partecipo a questo genere di cose, men che meno se sono a pagamento con tasse di iscrizione et simili, quella volta feci un'eccezione (per fortuna): affascinato dal tema proposto e scoprendo, dopo un'indagine sul sito dell'editore, che il catalogo virava tutto al fantastico, decisi di partecipare.
Premio per i racconti vincitori la pubblicazione gratuita nell'antologia omonima del concorso, senza obbligo di acquistare nulla. La copertina era già nota: fin troppo soft per colpire l'attenzione, ma d'altronde i contenuti dell'antologia propendono più al fantastico, alle leggende e al folklore stregonesco che all'horror sanguinario quindi la lettura è adatta a tutti.

Una curiosità: l'immagine rappresenta la Madonna di Munch, lo stesso pittore del famoso "Urlo" (vedi sotto), più volte rubato e ritrovato in quel di Svezia.

L'editore era Magnetica Edizioni, con sede a Napoli - ex Chimera Edizioni per un breve periodo - capitanata da Lorenzo Nicotra appassionato lettore e ottimo autore di storie fanta/horror, che cominciai a conoscere casualmento dopo essere stato selezionato per l'antologia, in quanto rispondeva personalmente alle mail. Nacque così un proficuo scambio di opinioni su libri, cinema e... altro!

La nota dolente è che oggi l'editore pare aver chiuso i battenti (quindi i titoli pubblicati sono reperibili solo presso gli autori), il sito è off-line da qualche mese, è un vero peccato perché era sì una realtà misconosciuta e senza reale promozione ma rappresentava un caso più unico che raro nel panorama italiano, in quanto pubblicava validi e giovani scrittori nostrani e opere prime quasi esclusivamente di genere fantastico, un toccasana per i patiti italici, e a prezzi modici. Ma non dispero, ho fiducia in Lorenzo.