"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Appello ai naviganti!
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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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lunedì 2 novembre 2009

"Quel lì l'è matt!"

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Così l'apostrofavano gli abitanti del tranquillo paesino di Gualtieri dov'era giunto dalla Svizzera, oppure il "tedesch" per via del suo accento. Lui d'altronde con i suoi modi bruschi e le sue manie non favoriva di certo l'integrazione: guai a toccargli il naso, a starnutire o tossire in sua presenza, erano scenate.
Sto parlando della travagliata esistenza di uno dei più noti e strani pittori naif italiani di sempre, Antonio Ligabue (1899-1965, all'anagrafe Laccabue, che mutò per contrasti col padre) trasposta e messa in onda nel 1977 in un toccante e affascinante sceneggiato di tre puntante (circa sessanta minuti ciascuna) per la regia di Salvatore Nocita basata sulla solida sceneggiatura di Cesare Zavattini dall'omonimo libro sull'artista (per Bompiani).


Io naturalmente non c'ero all'epoca della prima televisiva ma ho avuto occasione di vederlo trasmesso nello spazio "Rewind" sul canale digitale Rai Storia, che ripropone alle due - di pomeriggio e in replica di notte - alcuni sceneggiati del passato e recenti in prevalenza di carattere storico e biografico.
Questo è davvero affascinante, in primis per la straordinaria interpretazione di Flavio Bucci che nei panni di Ligabue ha lo stesso sguardo ipnotico e inquietante presente nei suoi numerosi autoritratti, nonché la somiglianza fisica e la mimica nell'impersonare l'artista mentre dipin
ge imitando il verso degli animali, le espressioni e persino le movenze di un'aquila e di una tigre, per lui infatti era molto più facile e naturale il rapporto con le bestie e la natura - vivrà per anni in una capanna in riva al Po con cani e conigli - che con la società, che valse all'attore allora trentenne il premio come miglior protagonista al " Festival des Films du Monde " di Montreal.
Non vanno dimenticati gli altri interpreti del cast, tutti bravi e versatili attori del nostro cinema: Andrea Ferréol, Giuseppe Pambieri, Pamela Villoresi, Alessandro Haber e Renzo Palmer.


Attraverso l'esistenza del pittore, tra ricoveri e uscite dal manicomio, si rivive anche la storia d'Italia, nelle chiacchierate notizie giunte alla bottega del barbiere o alla radio: l'avvento del fascismo, l'entrata in guerra, l'occupazione tedesca e la Liberazione, fatti che vedono il nostro vendere le sue "bestie" dipinte per qualche minestra, regalarli per una vecchia motocicletta Guzzi con cui piomba rombando tra la gente, fino alla sua prima mostra personale, il riconoscimento della critica nazionale e il benessere: una macchina con autista che doveva sempre aprirgli la porta e un cappotto nuovo, nient'altro.

Conoscevo l'opera di Antonio, detto Toni, Ligabue per aver visto spesso i suoi variopinti quadri celebrati su riviste, speciali televisivi, ma nulla sapevo della vita dell'uomo e questo sceneggiato assolutamente attuale nei modi e nella recitazione (tra l'altro, è a colori) l'ha reso ancora più straordinario, comprensibile, spiazzante ma soprattutto fragilmente umano.

Per la parte "extra-blog", Vi consiglio caldamente questo filmato con la misteriosa sigla composta dal Maestro Armando Trovaioli e l'arrivo del giovane Ligabue in treno a Gualtieri:

Mentre in questo articolo della "Gazzetta di Reggio" che ho scoperto casualmente cercando le immagini delle opere, è riportata una curiosità sugli ultimi giorni di vita del vero Ligabue:
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( ...piaciuto l'argomento artistico?:-) ...dite le Vostra!!

2 commenti:

witchblue ha detto...

Ti interessi anche di arte?

Bel commento su un artista alquanto insolito e discusso!

Fabio Marangoni ha detto...

Più che "interessarmi", ne sono affascinato da sempre:-)

Avevo letto qualche raro commento, molto positivo, in rete a proposito di questo sceneggiato, Ligabue come artista mi ha sempre incuriosito oltre che piacermi espressivamente, quindi, quando ho letto nel palinsesto di RaiStoria che lo ritrasmettevano non me lo sono perso!

Quel video di dieci minuti rende l'idea no?

ciao,