E' l'espressione che Angelino, killer della 'ndrangheta interpretato da Rolando Ravello (nelle foto con l'altra protagonista), pronuncia ironicamente alle sue vittime prima di portare a termine l'incarico, perché lui con quella faccia da "orsetto di pezza con gli occhioni spalancati" è un professionista nel suo campo - "io sono catiiivo!" sentenzia beffardo con cadenza romagnola - stavolta deve eliminare la moglie di un assessore che nega concessioni edilizie alla criminalità, peccato che a finire nel mirino è lo stesso Angelino-faccia d'angelo che cambia i piani... rapisce la donna e ha inizio la fuga.
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Questa in breve la trama del secondo film, scritta da Carlo Lucarelli, della serie "Crimini" che mi ero promesso di vedere e non mi sono affatto pentito. Infatti per quanto mi riguarda si guadagna la sufficienza piena questo "road movie" da Ancona a Roma, Ravello se la cava bene (in televisione ha fatto dalla serie poliziesca La squadra a Pantani) e anche Donatella Finocchiaro nei panni dell'ostaggio che soltanto alla fine dubiterà su chi è vittima o carnefice. Registicamente c'è la ricerca di qualcosa di diverso dal solito linguaggio da film tv, almeno in alcune sequenze, e la resa dei conti, nel paesino di pietra abbandonato e spazzato dal vento, per atmosfera e inquadrature è molto spaghetti-western. Insomma, credo proprio che rischio di vedere anche l'episodio del prossimo venerdì!
Curiosità statistica: tra esplosioni e sparatorie, la coppia si lascia dietro una ventina di morti!
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Questa in breve la trama del secondo film, scritta da Carlo Lucarelli, della serie "Crimini" che mi ero promesso di vedere e non mi sono affatto pentito. Infatti per quanto mi riguarda si guadagna la sufficienza piena questo "road movie" da Ancona a Roma, Ravello se la cava bene (in televisione ha fatto dalla serie poliziesca La squadra a Pantani) e anche Donatella Finocchiaro nei panni dell'ostaggio che soltanto alla fine dubiterà su chi è vittima o carnefice. Registicamente c'è la ricerca di qualcosa di diverso dal solito linguaggio da film tv, almeno in alcune sequenze, e la resa dei conti, nel paesino di pietra abbandonato e spazzato dal vento, per atmosfera e inquadrature è molto spaghetti-western. Insomma, credo proprio che rischio di vedere anche l'episodio del prossimo venerdì!
Curiosità statistica: tra esplosioni e sparatorie, la coppia si lascia dietro una ventina di morti!
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Molto personale è invece la nuova storia qui presente della serie "Le ore piccole", anzi è particolarmente speciale perché supera un traguardo importante: diventa maggiorenne, è infatti la diciottesima che pubblico, allora perché non farle gli auguri?!
Molto personale è invece la nuova storia qui presente della serie "Le ore piccole", anzi è particolarmente speciale perché supera un traguardo importante: diventa maggiorenne, è infatti la diciottesima che pubblico, allora perché non farle gli auguri?!
Ad accompagnarla l'inquietante disegno originale di Fabiano.
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L'APE REGINA
Finalmente stringe in pugno il suo sogno erotico. Dopo anni di vaneggiamenti l'occasione che aspettava è fra le dita.
All'apparenza una chiave come tante ma solo questa può aprirle gli occhi, il cuore, le braccia e... meglio restare con i piedi per terra.
Non ci crede ancora che quel buffo portachiavi è caduto davanti al suo naso. È un'ape stilizzata dalle strisce gialle e nere smaltate, un minaccioso pungiglione nel quale passa l'occhiello per le chiavi e due ali azzurre da fata.
Appartiene alla donna dei sogni di Marco, ne ignora nome ed età – ma sembra non passare per lei – la incrocia spesso in tailleur gessati quanto in prendisole d'agosto, sempre naturale, elegante e seducente, una “esse” morbidamente tornita, un mistero che non osa avvicinare. Finché dalla pochette le scivola quel portachiavi.
L'istinto di raccoglierlo prevale su quello di restituirlo all'istante. Lei è già scomparsa dalla vista e lui pensa di sfruttare l'occasione per auto invitarsi.
Sa dove abita e l'indomani si presenta al cancello del villino di campagna, un prato curato antistante i muri bianco latte sotto tegole rubino.
La donna lo accoglie stupita, in evidente imbarazzo, poi lo fa accomodare in salotto.
Lui confuso entra senza notare il canestro pieno di decine di portachiavi identici.
Parlano faccia a faccia sorseggiando un caffè. Quell'odore non è della bevanda nera: lo inebria, è denso e appiccicoso, l'attira e lo nausea. Galleggia negli occhi cerulei della donna, nel riflesso biondo delle ciocche, nelle labbra aperte premute contro le sue...
È ancora incredulo quando si siede al volante.
La testa gira. Si guarda nello specchietto.
Un ronzio gli rimbomba nelle orecchie. Dentro, sottopelle.
Quella del viso, delle mani, delle dita gonfie, tumefatte, come punta da centinaia d'insetti, quelli che escono dalla bocca spalancata in una nube vibrante.
All'apparenza una chiave come tante ma solo questa può aprirle gli occhi, il cuore, le braccia e... meglio restare con i piedi per terra.
Non ci crede ancora che quel buffo portachiavi è caduto davanti al suo naso. È un'ape stilizzata dalle strisce gialle e nere smaltate, un minaccioso pungiglione nel quale passa l'occhiello per le chiavi e due ali azzurre da fata.
Appartiene alla donna dei sogni di Marco, ne ignora nome ed età – ma sembra non passare per lei – la incrocia spesso in tailleur gessati quanto in prendisole d'agosto, sempre naturale, elegante e seducente, una “esse” morbidamente tornita, un mistero che non osa avvicinare. Finché dalla pochette le scivola quel portachiavi.
L'istinto di raccoglierlo prevale su quello di restituirlo all'istante. Lei è già scomparsa dalla vista e lui pensa di sfruttare l'occasione per auto invitarsi.
Sa dove abita e l'indomani si presenta al cancello del villino di campagna, un prato curato antistante i muri bianco latte sotto tegole rubino.
La donna lo accoglie stupita, in evidente imbarazzo, poi lo fa accomodare in salotto.
Lui confuso entra senza notare il canestro pieno di decine di portachiavi identici.
Parlano faccia a faccia sorseggiando un caffè. Quell'odore non è della bevanda nera: lo inebria, è denso e appiccicoso, l'attira e lo nausea. Galleggia negli occhi cerulei della donna, nel riflesso biondo delle ciocche, nelle labbra aperte premute contro le sue...
È ancora incredulo quando si siede al volante.
La testa gira. Si guarda nello specchietto.
Un ronzio gli rimbomba nelle orecchie. Dentro, sottopelle.
Quella del viso, delle mani, delle dita gonfie, tumefatte, come punta da centinaia d'insetti, quelli che escono dalla bocca spalancata in una nube vibrante.
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FINE.
2 commenti:
inquietante!!! come sempre bravo!
Grazie Francesca!
stavo ancora impaginando e "inquadrando" il post che è apparso il tuo commento, direi che sei la prima;-)
ciao,
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