Quanto è tuttora attuale il messaggio di questo racconto favolistico è sotto gli occhi di tutti ed è il motivo che lo ha reso un classico della letteratura, perché di morale si tratta, ma si lega almeno in un aspetto al mio blog, ossia l'espediente degli spiriti: i fantasmi che ritornano per comunicarci qualcosa, per ammonirci o prevedere addirittura il futuro, proprio come avviene nelle "Storie di fantasmi" in appendice al volume "Fantomas il terrore mascherato" che vi ho presentato qualche tempo fa, eccovi un'altra di quelle storie affascinanti e inquietanti alla vecchia maniera british, e se vorrete leggerla durante la Vigilia state attenti a chi bussa alla Vostra porta durante quella lunga notte d'attesa...

Un certo Mr. Erwell era ospite in un'antica casa di campagna occupata da Mr. George White e da sua moglie, che vivevano insieme con la vecchia madre del primo. Un fratello di George, più giovane, ingegnere navale, era assente, avendo intrapreso un lungo viaggio.
Una sera i due coniugi White erano assenti: in casa erano raccolti solo la vecchia signora White e Mr. Erwell. Essi parlavano del passato accanto al fuoco e talora cadevano in lunghi silenzi.
Fu durante una di queste pause che la signora White afferrò per un braccio il compagno e con voce strozzata dalla paura gli disse: «Guardate!». Con grande stupore Erwell vide che il carbone acceso perdeva lentamente il suo colore. Mentre egli guardava, il fuoco divenne perfettamente nero. Ora si fecero sentire dei rumori di martello. Poi cessarono improvvisamente: si aperse una parte sul fondo del focolare e apparì un uomo che aveva in una mano un martello, nell'altra una candela. Era Tommaso White, l'ingegnere navale.
La figura avanzò, si guardò intorno, posò la candela a terra, poi cavando di tasca un istrumento, parve accingersi a riparare qualche cosa. Finito questo lavoro, riprese la candela e si diede a battere disperatamente contro la porta. Poi cessò, e camminò febbrilmente avanti e indietro, con una tragica agonia sul viso. Finalmente si inginocchiò come per pregare, poi riprese il martello e picchiò, picchiò contro la porta.
Poi sembrò soffocare dal calore, alzava freneticamente i piedi come se il pavimento ardesse. La candela s'era liquefatta. Tommaso White cadde a terra, spasimando. Due volte rotolò su se stesso, poi giacque immobile. Parve che le sue membra si dissecassero. Un odore di bruciato invase la stanza e quindi la visione sparì.
Il fuoco riprese il colore di prima. Erwell mormorando: «Che terribile sogno» si voltò verso la compagna. Era morta!
Più tardi giunse notizia che Tommaso White era morto in un ben terribile modo. Alla vigilia di salpare per una città dell'Australia, Tommaso White aveva avuto ordine dall'ingegnere capo di riparare un difetto scoperto nella valvola di sicurezza della caldaia. A questo scopo era entrato nel piccolo scompartimento di ferro che precede la caldaia e s'era messo al lavoro. Poco dopo il capitano, passando e ignorando che là dentro c'era qualcuno, chiuse la porta che aveva visto aperta. Il destino del povero Tommaso era ormai segnato!
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