"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Appello ai naviganti!
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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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domenica 21 settembre 2008

All'ombra della Mole

...altre ombre e tanto cinema.

Torinoir va ricordato per almeno due altri motivi.

Uno particolare quanto strettamente personale: ogni racconto è infatti corredato da una mappa, una vera e propria cartina topografica che fa riferimento alle strade e ai luoghi citati nella storia, con qualche foto, per dare un'idea della zona anche a chi non ha mai messo piede nel capoluogo piemontese; tutte create da me (purtroppo ho perduto i files cambiando il pc, altrimenti le avrei postate).

L'altro, più importante, è la soddisfazione rappresentata dalla prefazione scritta per l'occasione da un grande autore di cinema, soggettista e sceneggiatore di decine di pellicole dall'horror al giallo, che ha lavorato con Mario Bava, Dario Argento e Lucio Fulci solo per citare gli arci noti, nonché amico, Dardano Sacchetti, che riporto integralmente perché merita davvero:




"Sono arrivato a Torino, a piazza Castello, in un giorno di fine estate del ’67, dopo un viaggio "on the road" con rischio di crash a 180 all’ora. Su invito di un’amica bionda, ero andato a conoscere i ragazzi di "Unci dunci", un film sperimentale realizzato in proprio. Da piazza Castello, in Collina nella casa dell’architetto, porta aperta a tutti, calore umano zero, la sera a mangiare fonduta, tartufi e inciucchirsi di ottimo vino. E poi, all’Unione culturale, il New american cinema. Una settimana che ha cambiato la mia vita. Per gli incontri. Per la città, che non conoscevo. La città sbastionata. La città di Nietzsche. La città del biennio rosso. La città del cinema. La città del triangolo magico. E delle pasticcerie. Intorno, brughiera e cimiteri isolati, dove non si riposa mai in pace. Sono tornato diverso, cambiato, inquieto. Di quell’inquietudine che ti rende afasico e ti riempie le tasche di coriandoli insanguinati. Torino, la città nera per eccellenza. Dove ogni crimine è possibile, dove ogni cadavere viene trascinato via con discrezione dal Po. Torino, la città di Rol. Non a caso il mio primo film, Il Gatto a nove code, è ambientato a Torino. Non a caso Dario Argento subisce il fascino di questa straordinaria città. E non a caso, un amico di stranezze, mi ha inviato una raccolta di racconti: TorinoNoir. Racconti che non si potevano concepire in altre città. Racconti apparentemente innocui, riservati, discreti, intimi, che non cercano l’effetto per prendere alla gola il lettore, che non vogliono essere trendy, né imitare gli americani come i falsi "cannibali romani".
Racconti scritti con semplicità calviniana, ma che nelle parole che scivolano via leggere come foglie d’autunno celano un disagio che è il disagio di questa città, apparentemente per bene ma in realtà madre di raffinate follie. Racconti che non vanno bruciati con una lettura frettolosa, ma che bisognerebbe assaporare lentamente, magari a Torino, magari nel cuore della notte, seduti su una panchina al Valentino, dopo aver percorso via Roma inseguito dall’eco lontana dei propri passi. O forse erano quelli di altri.
Buona lettura."

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