"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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giovedì 11 settembre 2008

Gli incipit

Un assaggio, Pel di cunin.


Si sa la maggior parte dei lettori assidui, talvolta me compreso, prima di sborsare euri per un libro di un "perfetto sconosciuto" (...diamogli una chance) si soffermano a leggere le prime righe: il metodo ha i suoi limiti per carità - quanti inizi sprint inconcludenti - ma molti l'hanno presa in parola e mantengono le aspettative con un'apertura folgorante che ti spinge oltre le prime pagine in un soffio.
Non so se vale lo stesso nel caso di un'antologia come "Neroanimale", ma tentar non nuoce (...e qualcuno potrebbe convincersi all'acquisto!), quindi ecco l'inizio di "Pel di cunin", il racconto d'apertura e anche uno dei più apprezzati dell'intera raccolta.

PS. Facciamo un gioco...
Occorrente: prendete una decina di bestseller d'oltreoceano, quelli a pile nei supermercati, togliete la sovracopertina con titolo e autore, rendeteli anonimi insomma, ora apriteli a caso o all'inizio se preferite: sapreste riconoscere l'autore dallo stile?
Magari è proprio il vostro beniamino che seguite da anni... dubito, sarà la traduzione che appiattisce o la diffusione del linguaggio parlato nello scritto, ma si somigliano tutti o quasi... meditate gente.


"Appennini, Italia, 1950...

- "Pel di cunin! Pel di cunin!"
- "Nonna vieni! c’è Pel di cunin!".
Scendeva spesso cantilenando sull’ora tarda del meriggio dalla chiesetta dei Frati sul colle grigio lungo l’unica viuzza scavata fra le case di cotto, unite una sull’altra a ridosso del monte, verso la piazzola cittadina attraversando tutto Borgo Velletri trascinando rumorosamente dietro di sé il carretto con le ruote ferrate sulla via pietrosa immersa nel silenzio tiepido di una sera d’ottobre.
- "Vieni anche tu nonna, dai!"
Seduta nella poltrona vicino alla finestra stava ingoiata negli sbuffi del velluto ocra e il gonfiore dei cuscini d’oca quasi da non vederla se non per la bianca capigliatura spuntare dal busto del sedile. Occupata con l’uncinetto appena volse distrattamente il capo con un sorriso leggero e veloce, ricco di dolcezza e stanchezza insieme, stropicciando la fronte con il palmo della mano e accennando a un gesto lieve di moto come a dire
"va, va tu, non me la sento caro, ho le gambe stanche..."
Avevo paura di Pel di cunin"

da Pel di cunin

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