"...a determinare il valore che un libro può avere per me, non ha alcun rilievo che sia famoso o di moda. I libri non ci sono perché per un certo tempo tutti li leggano e li dimentichino come una notizia di sport o di cronaca nera: i libri vogliono essere goduti e amati con calma e serenità..."

Hermann Hesse

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Appello ai naviganti!
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Questo angolo di bosco del web, è aperto alla collaborazione Seria e Costante con disegnatori, registi e quanti vogliono usare le mie storie come soggetti per la loro creatività. L'unione fa la forza, al momento non prometto denari - non ci sono neanche per il sottoscritto - ma tanta gloria!

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venerdì 5 settembre 2008

Neroanimale



Tutto cominciò un bel dì quando...


Dopo "Visioni Infernali", un volumetto poco più che amatoriale stampato dall'associazione Club Ghost di Torino che mi rese particolarmente entusiasta perché per la prima volta una mia storia era pubblicata, il mio esordio è "Neroanimale", 2003, Edizioni Il Foglio, grazie alla fiducia di Gordiano Lupi, direttore, il primo a parlare concretamente, senza chiedere denaro in cambio o dare risposte e proposte evasive come quelle che mi giunsero nel periodo in cui affidavo i miei scritti alle Poste.

Così, inaspettatamente e senza esperienza, mi ritrovai a fare quello che non avevo mai fatto e non conoscevo del "mondo editoriale": correggere le mie stesse bozze e rispedirle, scegliere la copertina.
Quest'ultima fu una scelta quasi "casuale", c'era bisogno di un'immagine con buona definizione per la stampa, io non avevo niente di preparato, solo una vaga idea di cosa volevo, per un disegno di mio pugno - me la sono sempre cavata - non c'era tempo; finii per cercarla in rete, senza un'idea precisa, capitai per caso in un sito con decine di foto di farfalle e... oggi credo che non la cambierei, perché è incisiva, semplice e originale come deve essere una buona copertina, me l'hanno detto in tanti, inoltre uno dei racconti fa riferimento al soggetto.

Riguardo i contenuti del libro, si tratta di dieci storie che sfumano il noir col fantastico, l'horror soprannaturale con le inquietudini rurali, nostrane, fino all'onirico e all'omaggio ai grandi dell'Ottocento.
Non cambierei una virgola di questi racconti.

All'epoca il libro fu recensito in diversi portali dedicati alla letteratura di genere e non, tuttora raggiungibili, tra le tante una delle più rappresentative è quella di Simonetta De Bartolo (http://www.kultvirtualpress.com/articoli.asp?data=133 ) che ringrazio ancora:
"Leggendo NEROANIMALE ,
dieci differenti racconti accomunati da una progressiva suspense, di Fabio Marangoni si colgono interessanti aspetti comportamentali dell’uomo immerso nella quotidianità del vivere, aspetti legati al filo sottile dell’impossibile, della fantasia e dell’immagine onirica.Da competente scrittore del genere horror, Fabio Marangoni scandaglia la psiche umana e fa emergere gli effetti che la paura ha su di essa, rappresenta come reali, e come tali le fa accettare al lettore, la paura della morte e le immagini spettrali che si aggirano nella immaginazione e, ancor di più, nei sogni. La raffinata sensibilità dell’autore si coglie nella suspense in cui il lettore rimane imprigionato fino alla fine di ogni racconto, nella rappresentazione di elementi e situazioni che nella vita fanno realmente paura, nella descrizione puntuale, sul piano psicologico, del comportamento di Sara in Babau , nei continui accenni al trascorrere del tempo e agli inevitabili cambiamenti del mondo della produzione e del paesaggio, nel continuo avvincente recupero memoriale, specie nel racconto che chiude la raccolta. Del mondo degli affetti l’autore focalizza i legami familiari connotati dai valori della tradizione, così in Pel di cunin tra nonna e nipote, così in Babau tra madre e figlia.La modernità dello stile di Marangoni emerge, in particolare, dalla descrizione degli oggetti attraverso il gioco delle linee e delle sfumature di colori in Un solo battito d’ali o di luci ed ombre in Babau . A volte sono effetti della luce artificiale (quella dei proiettori in Raul fa bene il suo lavoro , quella dei neon in Background 26 ) e a volte di quella naturale ("…un rostro spuntava da un lato e la luce fievole lo segnava come l’occhio magico accennandone le zone d’ombra e risaltandone il profilo severo…" in L’apostola ). E in direzione della modernità del narrare sono la morte del narratore-soggetto alla fine del racconto e l’affidamento della conclusione ad un altro narratore in terza persona in Pel di cunin , l’uso sapiente della punteggiatura per sottolineare la frammentarietà del discorso, l’uso frequente della parola onomatopeica, i pochi, ma significativi, cenni alla cultura romana in La piccola morte e a quella africana in Le ceneri e in L’apostola , l’imprevista fine, di alcuni racconti, che lascia sconcertato il lettore, come in Background 26 , in cui solo in ultimo si scopre che il lui è una lei, o in Babau , che lascia il lettore in dubbio sulla causa della morte della bambina o, ancora, in L’apostola , il cui finale resta ermetico. "

3 commenti:

Unknown ha detto...

Mi piacerebbe moltissimo leggere i racconti di Neroanimale ma non sono riuscita a trovare il libro, leggendo ora la recensione di Simonetta De Bartolo la curiosìtà è aumentata, spero di riuscire presto a soddisfare questa mia piccola curiosità!

Fabio Marangoni ha detto...

Grazie... Eh lo so, purtroppo il libro è fuori catalogo da un po', l'unico ad averne ancora copie sono io... te lo spedirò!!;-)

Unknown ha detto...

Ora lo hai scritto qui nero su bianco! E io aspetto!!! :-)